08/10/2014 Archivio

BITONCI DOPO L'OPERAZIONE BONDì: BASTA RUBERIE

Politici, dirigenti e amministratori devono possedere curricula noti a tutti e una specchiata moralità. Ladroni e millantatori nuocciono tanto alla classe politica, quanto al bene comune – dichiara il sindaco di Padova, Massimo Bitonci Politici, dirigenti e amministratori devono possedere curricula noti a tutti e una specchiata moralità. Ladroni e millantatori nuocciono tanto alla classe politica, quanto al bene comune – dichiara il sindaco di Padova, Massimo Bitonci – Notizie come quelle che si susseguono da mesi sulla stampa tracciano un quadro sconcertante: il malaffare è un fenomeno trasversale, che riguarda quasi tutti i partiti. Partiti che non sono privi di responsabilità, perché talvolta selezionano, candidano e quindi premiano la furbizia e non il merito, la capacità di creare clientele e non l'apertura al dialogo e all'ascolto, a scapito dell'interesse collettivo – prosegue Bitonci – Chiederò al Consiglio comunale, opposizioni comprese, di lavorare insieme ad un protocollo sulla legalità, che garantisca i cittadini e impedisca ai furbetti di speculare, approfittando di posizioni di potere. Basta ruberie, basta spreco di soldi pubblici – conclude – Padova diventi un esempio di legalità e trasparenza. Lancio un appello a tutte le rappresentanze del territorio: insieme dotiamoci di uno strumento comune per impedire nuove ruberie e stroncare la carriera di furbetti e opportunisti".

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08/10/2014 Archivio

ANNIVERSARIO VAJONT: CORONA ATTACCA NAPOLITANO.

L'assenza del presidente Napolitano grida ancora vendetta: non è mai salito da noi a portarci una carezza, a farci sentire la vicinanza dello Stato. Come diceva Zvi Kolitz 'Caro Dio, io credo in Te, nonostante Te', allo stesso modo mandiamo a dire 'Caro Presidente, crediamo in Lei, nonostante Lei' e lo aspettiamo per colmare una lacuna spaventosa'' L'assenza del presidente Napolitano grida ancora vendetta: non è mai salito da noi a portarci una carezza, a farci sentire la vicinanza dello Stato. Come diceva Zvi Kolitz 'Caro Dio, io credo in Te, nonostante Te', allo stesso modo mandiamo a dire 'Caro Presidente, crediamo in Lei, nonostante Lei' e lo aspettiamo per colmare una lacuna spaventosa''. Lo ha affermato lo scrittore Mauro Corona, alla vigilia del 51/o anniversario del Disastro del Vajont, avvenuto il 9 ottobre 1963. "Allo stesso modo, ma con molta più umiltà e dolcezza - aggiunge Corona - aspettiamo anche Papa Francesco per una carezza che ci spetta da 51 anni". "I morti 'a cifra tonda' portano consensi e visibilità, ma ora siamo sprofondati nuovamente nell'oblio", osserva lo scrittore. Esattamente un anno fa, salì in valle l'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, assieme alle massime cariche istituzionali dello Stato e delle Regioni Veneto e Fvg. Dodici mesi dopo, la valle, secondo le parole dell'artista, sembra essere stata nuovamente dimenticata. "Un simile genocidio - accusa Corona - andrebbe ricordato ogni anno, perché duemila persone furono assassinate sull'altare degli interessi economici. Nel 2013, ci fu la sfilata delle 'comparsate', visto che i nostri politici si sono fermati il tempo di una sigaretta, ma almeno si accesero i riflettori sul ricordo dei nostri morti e sul dolore di sopravvissuti e superstiti. Sono stato facile profeta quando ho detto che avremmo dovuto aspettare almeno dieci anni prima che qualcuno si ricordasse nuovamente di noi. In effetti, quest'anno non una riga di giornale, non una visita di politici e rappresentanti delle istituzioni. Zero".

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