OPERAZIONE BONDì. CI SI INTERROGA

All’indomani degli arresti in Veneto prodotti dall’operazione “Buondì”, Diego Bottacin, consigliere del gruppo misto ed esponente di Verso Nord, si chiede quale ruolo avessero le società pubbliche e le partecipate, venete ed emiliane, come Sesa spa, Etra spa, Veritas spa e Solaris srl (società in house dei comuni Castel San Pietro Terme e Ozzano dell'Emilia) nel sistema che faceva capo al funzionario regionale Fabio Fior. “Emerge uno scenario preoccupante – osserva Bottacin - Operando in assenza di competitori non si capisce per quale motivo queste aziende sentissero il bisogno di ingraziarsi le simpatie di Fabio Fior, anziché rivolgersi alla magistratura per denunciare le pressioni, qualora siano avvenute. Posso capire le ragioni di un’impresa privata che cede alle richieste di danaro del funzionario pubblico il quale minaccia, altrimenti, di ostacolare o ritardare permessi o autorizzazioni. Molto più difficile spiegare il medesimo comportamento da parte di società pubbliche”. “Sarà la magistratura a stabilire le colpe – prosegue Bottacin - ma il sistema vischioso che emerge in Regione è allarmante. Un sistema in cui società partecipate della Regione perdono di vista l’interesse generale in favore di pochi soggette privati”. Bottacin ricorda i rapporti delle due multiutility venete con la Ramm Srl, il cui amministratore unico Sandro Fortunato è stato più volte arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta e truffa ai danni degli enti pubblici: “A febbraio 2014 Etra Spa ha comprato un ramo d’azienda della Ramm Srl per 545 mila euro, il 15 luglio 2014 Veritas Spa ha assegnato a Ramm Srl l’ennesimo appalto per il servizio di raccolta rifiuti per un valore di 39.990,00 euro, cioè appena sotto la soglia prevista dalle norme italiane ed europee per l’effettuazione di una gara. C’è sempre bisogno della magistratura per cogliere la differenza tra lecito, illecito e sconveniente?”. “Domando ai sindaci dei comuni soci di Veritas, che hanno l’obbligo di esercitare su Etra e Sesa il cosiddetto controllo analogo – conclude Bottacin - se erano al corrente dei rapporti di queste aziende con Fabio Fior”.