VIGNETI. BUONA LA PRIMA

L’annata viticola 2015, pur con alcuni andamenti climatici fuori norma, come per esempio gli sbalzi termici di aprile e maggio e l’ondata di calore registrata nella prima parte di giugno, per il momento sta progredendo bene, accompagnando con regolarità lo sviluppo della pianta. E’ questa, in sostanza, la fotografia del vigneto veneto scattata oggi dagli esperti regionali in occasione del primo incontro del Trittico Vitivinicolo 2015, promosso da Veneto Agricoltura, Regione Veneto, CIRVE dell’Università di Padova e CRA-VIT. Il focus, svoltosi a Conegliano presso la sede dell’Università, ha visto la partecipazione di circa duecento viticoltori. Sviluppo regolare Più in dettaglio, Diego Tomasi e Patrick Marcuzzo del CRA-VIT hanno ricordato che la vite, germogliando nella media stagionale, non ha corso quest’anno pericoli di gelate tardive. Anche la fioritura è stata in linea con la media del periodo, vale a dire tra l’ultima decade di maggio e la prima di giugno a seconda della cultivar. Sulla base di queste primissime indicazioni, ad oggi è possibile ipotizzare una data di raccolta dell’uva a cavallo tra agosto e settembre per le cultivar precoci, dunque nella norma. Come per le passate stagioni, le aree con maggior anticipo fenologico sono quelle centro/orientali della regione. Al momento, il vigneto veneto si presenta dunque in buone condizioni vegeto-produttive, con rese in leggero recupero rispetto la passata stagione. Le piogge degli ultimi giorni, specialmente nell’area orientale della regione, hanno risolto alcuni stati iniziali di carenza idrica, favorendo la prossima ripresa vegetativa. Da sottolineare però che il ciclo vegetativo ha ancora un lungo percorso davanti a sé e, forti dell’esperienza del 2014, non conviene abbassare l’attenzione sui vigneti. Prime stime di produzione Fermo restando le cose, le prime stime ipotizzano un aumento produttivo generalizzato in tutte le cultivar rispetto al 2014, annata che è stata comunque scarsa. L’aumento è imputabile principalmente ad una maggiore fertilità delle gemme. Più in dettaglio, rispetto al 2014, si prevede un incremento delle rese in uva del 4/6% per il Pinot grigio, del 5% per il Chardonnay, Merlot, Corvina e Rondinella. Per queste ultime due varietà è da segnalare una forte grandinata che ha colpito una vasta area della Valpolicella. Più contenuti invece gli incrementi produttivi per Glera e Garganega. Stato sanitario del vigneto veneto Anche lo stato sanitario del vigneto veneto viene segnalato in generale buono, senza forti pressioni di peronospora. L’oidio invece può destare qualche preoccupazione in più a causa dell’innalzamento termico della prima parte di giugno. Per quanto riguarda la flavescenza dorata non si riscontrano grosse problematiche, a parte qualche segnalazione nella zona del vicentino. In alcune aree si manifestano problemi di escoriosi, condizionati soprattutto dall’andamento molto piovoso della passata stagione. Il numero di interventi antiparassitari sono stati al momento limitati (mai superiori a 4/5). Da sottolineare la presenza di giallumi della vegetazione (specialmente nel veronese), superiore rispetto gli anni scorsi. La causa più probabile è da ricondurre ad una non ottimale efficienza dell’apparato radicale che nel 2014 ha lavorato specialmente con i palchi più superficiali dato le condizioni di asfissia dei suoli. Questo ha causato anche uno scarso accumulo di riserve con negative ripercussioni nella corrente annata. Anche la scarsa regolarità dell’andamento meteorologico può aver accentuato il problema. L’incidenza del clima L’incontro di Conegliano, oltre a fare il punto sullo stato vegetativo e fitosanitario del vigneto veneto alla vigilia dell’estate, è servito anche per analizzare, con Francesco Rech del Servizio Meteorologico dell’ARPAV, l’andamento meteo stagionale e le previsioni per le prossime settimane, nonché, ancora con Diego Tomasi, l’incidenza dei cambiamenti climatici sulla vite, che in questi ultimi anni, come è stato dimostrato, ha saputo adattarsi piuttosto bene sia alle stagioni particolarmente piovose che siccitose. Varietà resistenti Stefano Soligo di Veneto Agricoltura ha presentato, infine, lo stato dell’arte sugli studi sulle varietà di vite resistenti ai funghi, fornendo alcune indicazioni vegeto-produttive su quelle iscritte al registro nazionale delle varietà di vite e su quelle ammesse alla coltura nel Veneto, che sembrano offrire una alternativa efficace all’aumento di queste patologie così problematiche per i produttori.