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VERTICE A PALAZZO CHIGI TRA RENZI E BERLUSCONI
VERTICE A PALAZZO CHIGI TRA RENZI E BERLUSCONI
06/08/2014
Ribadirò a Matteo di essere l'interlocutore più affidabile. Sarà questa la premessa che Silvio Berlusconi farà al presidente del Consiglio Renzi nel terzo incontro in calendario tra i due leader. Berlusconi è giunto a Palazzo Chigi intorno alle 8. In automobile con lui c'era Gianni Letta. La riunione, allargata agli ambasciatori di Fi e Pd, servirà soprattutto per chiarire definitivamente i punti di incontro in merito alle modifiche da apportare alla legge elettorale che da settembre riprenderà il suo cammino al Senato. Toccherà al Cavaliere, dopo i contatti tra gli sherpa dei due partiti, dichiarare fino a che punto Forza Italia è disposta ad accettare le modifiche al testo licenziato dalla Camera. Argomenti che l'ex premier ha discusso per tutto il giorno in una serie di riunioni a palazzo Grazioli. Con Denis Verdini e Gianni Letta, i due 'registi' della trattativa con i renziani e poi a via del Plebiscito sono arrivati anche Paolo Romani, capogruppo Fi al Senato con cui fare il punto sullo status delle votazioni a palazzo Madama. Riunioni anche con Niccolò Ghedini, Giovanni Toti e Deborah Bergamini. Le premesse per siglare un nuovo patto ci sono tutte, ma l'intenzione del Cavaliere è quella innanzitutto di andare a palazzo Chigi ed ascoltare le proposte di Renzi: Vedrò quello che mi dice - sarebbe la linea - mi prenderò del tempo per riflettere e poi se ne riparla. Come a dire che a settembre, quando si entrerà nel vivo della trattativa, non è escluso un nuovo faccia a faccia. L'atteggiamento prudente, spiegano gli uomini vicini a Berlusconi, è dettato dal fatto di non dare l'impressione di voler accettare tutto senza discutere sapendo bene che nelle file azzurre sulle modifiche proposte ci sono molti malumori. L'intenzione infatti è quella di aprire alla possibilità di modificare le soglie della legge elettorale, ma frenare sull'introduzione delle preferenze, un tema che tra l'altro non ha mai appassionato lo stesso Berlusconi. Un'opzione che sembra non convincere del tutto neanche Renzi, consapevole dei mal di pancia anche dentro il Pd ma anche del forte pressing, a favore, che viene dai piccoli partiti rappresentati, in queste ore, dal leader di Ncd Angelino Alfano. Su questo punto, il presidente del Consiglio, nel massimo sforzo di chiudere velocemente la partita riforme, dovrà per forza trovare una mediazione che accontenti tutti in vista della nuova kermesse di settembre. A fare da sfondo ai giochi tattico-strategici sulla legge elettorale di queste ore, è l'atteggiamento che Forza Italia continuerà a tenere nei confronti dell'esecutivo in prospettiva dell'autunno 'caldo' sul fronte economico. Oggi sono attesi i nuovi dati (non ottimistici) sulla crescita interna e l'intenzione degli azzurri è quella di dare risonanza all'ipotesi, sempre smentita peraltro dalla maggioranza, che il governo debba ricorrere ad una manovra correttiva in autunno. Ecco perchè l'idea che Berlusconi possa garantire un appoggio esterno al governo appare molto complicata, quasi impossibile: se Renzi ci proponesse delle misure su cui da sempre Fi si batte - è il ragionamento che fa chi è di casa a palazzo Grazioli -non potremmo dire di no. Ma su tutto il resto non possiamo permetterci di spaccare il partito.