UDINE, MERCATO DEL LAVORO DEBOLE.

Esiste una parte crescente del mercato del lavoro, in provincia di Udine, esposta a un livello crescente di debolezza e ricattabilità da parte delle imprese. La soluzione per combattere la precarietà, però, non è certo quella di ridurre tutele come l'articolo 18 e aumentare la flessibilità come previsto dal jobs act, contro il quale manifesteremo sabato prossimo a Roma. Lo ha affermato oggi Alessandro Forabosco, segretario della Cgil di Udine, a margine di un incontro con il mondo del precariato organizzato nella sede della Camera del Lavoro. "Questo incontro - ha proseguito Forabosco -segna l'avvio di una strategia specifica di intervento sulle categorie più deboli del lavoro pubblico e privato, dai co.co.pro e co.co.pro ai lavoratori degli appalti e ai tantissimi lavoratori del terziario assunti con forme mascherate di contratto subordinato come le associazioni in partecipazione. Una strategia che potrebbe anche portare alla decisione di costituire una struttura di rappresentanza intercategoriale per il lavoro precario". Secondo i dati dell'Osservatorio sul lavoro della Provincia l'11% delle assunzioni avviene a tempo determinato. "Un dato che comprende anche l'apprendistato - ha puntualizzato Forabosco - mentre la percentuale di contratti a tempo indeterminato in senso stretto non arriva all'8%, addirittura inferiore alla somma di assunti come co.co.pro e co.co.co, i cui livelli reddituali, in regione, si assestano sugli 11 mila euro all'anno. Nove lavoratori su dieci, in sostanza, vengono assunti a tempo determinato, a conferma che non c'è bisogno di maggiore flessibilità - ha concluso - ma piuttosto di rendere più stabili i contratti e rafforzare le coperture a livello di ammortizzatori sociali".