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UDINE, INDUSTRIA CHIMICA: PREVISTA UNA MODERATA RIPRESA
UDINE, INDUSTRIA CHIMICA: PREVISTA UNA MODERATA RIPRESA
09/02/2015
Un bilancio "in chiaroscuro", pur non nascondendo una "moderata fiducia" di ripresa nel medio termine per il comparto dell'industria chimica in provincia di Udine, viene stilato da Germano Scarpa, capogruppo di Confindustria Udine. "La domanda mondiale di chimica - afferma Scarpa - marcia a gonfie vele, trainata da Usa ed emergenti (+3,5% nel 2014, +3,7% nel 2015). La chimica europea nel 2015 non è attesa ad andare oltre il +1,5%. L'Italia ha chiuso il 2014 in rialzo dello 0,8% dopo tre anni di contrazione - aggiunge - ma il quadro presenta alcune luci e diverse ombre. Gli spunti di crescita sono frammentari e provengono soprattutto dall'export, mentre il mercato interno complessivamente non va oltre la stabilizzazione". In Friuli il comparto ha registrato un andamento "deludente", con un -0,7% nell'indice della produzione rispetto al 2014 che risente in particolare della debolezza dell'economia nazionale. In calo nei primi nove mesi del 2014 anche le esportazioni e in crescita il ricorso alla cassa integrazione. "L'andamento complessivo in provincia di Udine - precisa Scarpa - è comunque controbilanciato dal buon andamento della chimica farmaceutica. Ci sono poi segnali positivi che provengono anche dal comparto delle Materie plastiche, che ha segnato una crescita sia nella produzione (+2,7%) che nell'export (+0,5%) nei primi nove mesi dello scorso anno. Il 2015 dovrebbe essere un anno spartiacque, in cui ci lasceremo alle spalle la recessione: la spinta dell'euro debole, il calo del prezzo del petrolio e dell'energia, i tassi bassi e la crescita dell'export dovrebbero permettere di rilanciare in maniera più continua ed uniforme tutti i comparti. A mio vedere, comunque, dobbiamo prendere atto che il mondo è cambiato. Ci sono settori di mercato, vedi la chimica farmaceutica, che ha buone prospettive per l'export, e altri, vincolati all'andamento di altri comparti, vedi l'edilizia - conclude - per i quali è più difficile ipotizzare una ripresa nel medio termine".