UDINE, EVADEVANO IL FISCO

Risultava "formalmente" amministrata dal 2005 da una casalinga incensurata di 78 anni ma la gestione aziendale di una società friulana del settore edile in realtà era riconducibile ai due figli della donna, che operavano nell'azienda e ne dirigevano le attività. Lo ha accertato a Guardia di Finanza di Udine che ha condotto indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Udine alla Tenenza di Tarcento, secondo la quale la donna, era un "mero prestanome", utilizzato per poter partecipare a gare pubbliche (ambito nel quale si svolgeva parte rilevante dell'attività d'impresa) con soggetto privo di precedenti penali. La società risultava regolarmente fatturare le prestazioni fatte a favore degli Enti pubblici (regolarmente pagate nei suoi conti correnti), tuttavia tali introiti non erano inseriti nella contabilità aziendale né nelle dichiarazioni fiscali. Le somme depositate sui conti correnti (intestati alla società, ma "occulti" alla sua contabilità ufficiale) erano poi oggetto di prelievi da parte dei suoi soci/amministratori le cui operazioni non venivano annotate. L'ammontare totale delle fatture non contabilizzate e quindi non dichiarate ammontano a circa 500.000 Euro (di cui 85.000 di Iva); nel corso dell'attività sono state contestate - ai fini amministrativi - ulteriori fattispecie fiscalmente evasive alla società per circa 2 milioni di euro. Nelle more dell'eventuale processo il Gip di Udine, Daniele Faleschini Barnaba, ha emesso un Decreto di sequestro preventivo nei confronti dei conti correnti nonché degli immobili in possesso degli indagati per un valore pari alle imposte evase contestate ai fini fiscali, in corso di esecuzione dalle Fiamme Gialle Friulane. Ai tre soci amministratori della società indagata, sono stati altresì contestati reati di appropriazione indebita aggravata a danno della società per aver sottratto dalle sue casse aziendali circa 1,3 milioni di euro nonché reati fiscali previsti dall'articolo 4 del Decreto Legislativo 74/2000 (dichiarazione infedele) e dall'articolo 10 del Decreto Legislativo 74/2000 (occultamento e distruzione delle scritture contabili)