TIRA UNA BRUTTA ARIA, TROPPO SMOG

Inquinamento atmosferico a livelli d'emergenza, tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante, trasporto pubblico in crisi: nei centri urbani italiani tira una brutta aria a causa di politiche ambientali disorganiche che mandano le città a tre velocità: lenta, lentissima e statica. A delineare il quadro è la XXI edizione di 'Ecosistema Urbano', il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei 104 capoluoghi, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Le città prime in classifica sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone, mentre al lato opposto, anche geograficamente, si trovano Agrigento, Isernia, Crotone, Messina e Catanzaro. Nei capoluoghi migliori, però, non mancano le criticità: Trento ha valori eccessivi di biossido di azoto, Verbania e Belluno perdono un terzo dell'acqua immessa in rete, Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi fognari. In base al rapporto, l'inquinamento atmosferico resta a livelli di emergenza e aumentano le situazioni critiche nei comuni più grandi. Sul fronte della mobilità la città migliore è Bolzano, mentre in 26 capoluoghi gli spostamenti in auto e moto superano i due terzi del totale. In 52 città più del 30% dell'acqua immessa nella rete viene dispersa e in 19 le perdite superano il 50%. Passando ai rifiuti, a fronte di un terzo dei comuni che non raggiunge il 35% di raccolta differenziata, ve ne sono altrettanti che superano abbondantemente il 50%. Ci sono ''pochi segnali positivi in una situazione bloccata'', dice il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, secondo cui ''serve un piano nazionale che assegni alle città un posto di primo piano nell'agenda politica e che superi la frammentazione dei singoli provvedimenti''.