SI VENDE MENO PELLET

Il "ritocco" dell'aliquota Iva sul settore pellet dal 10% al 22% ha comportato in provincia di Udine una contrazione delle vendite stimata tra il 15% e il 20%. Lo sostiene Pietro Cosatti, capogruppo "Articoli tecnici vari" di Confcommercio Udine. "Un dato evidentemente preoccupante in tempi di crisi - commenta in una nota - ma che si aggiunge alla forte penalizzazione anche per il cittadino. In Italia sono oltre due milioni le famiglie che utilizzano i pellet come combustibile per il riscaldamento proprio perché il loro costo, a parità di potere calorico, è inferiore di circa il 25% a quello del gas metano. Se dunque l'aumento dell'Iva non sarà corretto, l'aggravio di spesa per il riscaldamento sarà di circa 250/400 euro all'anno a famiglia, il che renderà meno conveniente l'installazione di nuove termostufe a pellet. L'utilizzo del pellet favorisce la non dipendenza da gas e petrolio provenienti dall'estero, perché dunque frenarlo? E non dimentichiamo che il lavoro per la produzione di questo prodotto è fatto in gran parte in Italia, che gli scarti vengono eliminati o anche riutilizzati con soluzioni non impattanti sull'ambiente, che le stufe a pellet hanno rendimento elevato e sono a bassissima emissione inquinante. L'aumento dell'Iva, dunque - conclude Cosatti - è una scelta decisamente poco 'green'".