SCRIZZI, LA VERSIONE DEL COMUNE DI PORDENONE
12/10/2014
IL COMUNE: PROCEDURE INEVITABILI "La procedura di gara è stata seguita in maniera ineccepibile e la mancanza del documento di identità è equiparabile, a termini di legge, all'assenza della firma, provocando l'irricevibilità dell'offerta". Lo ha fatto sapere all'ANSA il direttore generale del Comune di Pordenone, Primo Perosa, all'indomani del suicidio di Giovanni Scrizzi, l'imprenditore di 59 anni che si è tolto la vita dopo aver perso l'appalto per la gestione del Caffè Letterario che conduceva da 12 anni. L'esclusione è stata determinata dalla mancata inclusione della fotocopia della carta di identità in una delle tre buste che costituiscono il plico. "Il Comune di Pordenone è sempre stato conciliante - ha aggiunto Perosa - al punto che, in fase di predisposizione della gara, ha effettuato una perizia che riconosceva come i lavori eseguiti e gli arredi scelti in questi anni avessero garantito una miglioria al locale quantificata in circa 20 mila euro. In termini pratici - ha continuato il direttore generale - ciò di fatto faceva partire l'impresario da una situazione economica di favore, non avendo gli obblighi di investimento che invece tutti gli altri concorrenti si sarebbero dovuti accollare in caso di vittoria". Il direttore generale ha ricordato che le disposizioni relative ai lavori svolti nel locale "si possono evincere dal bando di gara, e confermano come l'atteggiamento dell'ente locale fosse conciliante. Anche nel momento dell'apertura delle offerte, invece che scartare la pratica, l'istanza è stata accolta con riserva. L'istruttoria è stata sottoposta al parere legale interno, ma non c'è stata la possibilità di riammetterla alla gara, per non danneggiare tutti gli altri aspiranti che invece avevano garantito il rispetto delle procedure imposte dalla normativa". "In questo momento delicato - ha concluso Perosa -, non si può che esprimere dolore per questo dramma, ma occorrere respingere fermamente qualsiasi addebito nei confronti dei funzionari che hanno coordinato la gara, il cui comportamento è stato legalmente impeccabile e umanamente conciliante, ma dove l'errore di un soggetto rischia di penalizzare un altro concorrente, che si è comportato secondo legge, non è possibile derogare".