SCANDALO DELLE BONIFICHE NELLE LAGUNE

Secondo gli investigatori, ideatore e promotore del sistema sarebbe stato Gianfranco Mascazzini, 75 anni di Monza, già direttore generale del ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, nonché membro del comitato tecnico scientifico del commissario delegato per l'emergenza socio economico ambientale della Laguna di Grado e Marano e consulente di Sogesid, la società in-house del ministero dell'Ambiente. Tra gli altri indagati che stanno ricevendo in queste ore gli avvisi di garanzia, nel Nordest e a Roma, figurano i tre commissari delegati che si sono succeduti nei 10 anni di commissariamento per l'emergenza socio-economico ambientale della Laguna di Grado e Marano, Paolo Ciani, Gianfranco Moretton e Gianni Menchini, insieme ai soggetti attuatori: Dario Danese e Giorgio Verri. Indagati pure Francesco Sorrentino, già ingegnere capo del Genio civile di Gorizia, in qualità di responsabile del procedimento, e la dirigente dell'Arpa di Udine Marta Plazzotta. L'inchiesta si è allargata fino al Veneto, dove gli avvisi sono stati recapitati tra gli altri al presidente del Cda del Consorzio Venezia Nuova e di Thetis srl Giovanni Mazzacurati. Nell'indagine sono finite anche le aziende Tethis (in cui risultano indagati l'ad Maria Brotto e l'ex responsabile della divisione ingegneria dell'ambiente e del territorio Andrea Barbanti), lo studio Altieri (indagati il presidente Albero e il vice Everardo Altieri) e l'ad Guido Zanovello), e la Sviluppo Italia sas (Simone Fassina e Vito Antonio Ardone). Tra i 26 indagati anche l'avvocato dello Stato a Venezia Giampaolo Schiesaro e consulente del ministero per la tematica delle transazioni ambientali. Travolti dallo scandalo anche alcuni funzionari dell'Icram, Massimo Gabellini e Silvestro Greco, le ricercatrici dell'Ispra Antonella Ausili ed Elena Romano, oltre ai vertici di Sogesid: il direttore generale Fausto Melli, il presidente del cda e direttore generale Vincenzo Assenza, il commissario Franco Pasquino e la dipendente Giorgia Scopece. Completa il quadro degli indagati Raffaele Greco, fratello del funzionario dell'Icram e presidente della Nautilus di Vibo Valentia, società a cui erano state affidate le attività di caratterizzazione della laguna, costata circa 4 milioni di euro, ma rimasta priva di validazione.