RICHIESTA PER SEMPLIFICARE L'ITER PEER LE CAVE

Semplificare l'iter autorizzativo e le prescrizioni per le cave di pietra ornamentale, che si potranno coltivare solo nelle zone urbanisticamente individuate per questa attività estrattiva; ridurre al minimo gli oneri, in particolare per le fideiussioni; valorizzare l'unicità e la tipicità di queste produzioni. Sono gli obiettivi del Piano Fvg Attività estrattive (Prae), in avanzata fase di predisposizione, come ha confermato l'assessore Fvg all'Ambiente Sara Vito. Le cave di pietra ornamentale in Fvg sono 29, tutte coltivate a cielo aperto. Dalle sette che operano nella provincia di Trieste, si estraggono i vari tipi della Pietra d'Aurisina e del Repen, come la pietra arenaria a Muggia. In provincia di Udine si estrae la Pietra Piasentina (nelle Valli del Natisone) e in Carnia le varie pietre grigie, il Fior di Pesco (a Paluzza e a Forni Avoltri) e il Rosso di Verzegnis. Le imprese autorizzate all'attività estrattiva sul territorio regionale sono in prevalenza di dimensione medio-piccola, a livello artigianale e talvolta anche a conduzione familiare, che presentano i problemi tipici di questo tipo di imprese: la difficoltà d'accesso al credito e di apertura di garanzie finanziarie, lo scarso livello di formazione tecnica, la talvolta carente dotazione di mezzi tecnici, la difficoltà di commercializzazione del prodotto, ecc. La presenza in Carnia di due società provenienti dal Veneto conferma l'attrattività del materiale lapideo anche al di fuori dei confini regionali. La dimensione delle imprese influisce sul volume del materiale scavato: su 27 cave operative (2 hanno il progetto in istruttoria) solo 4 hanno escavato nel 2013 più di 10 mila metri cubi, 8 non hanno portato a termine programmi di estrazione di materiale. Pietra d'Aurisina, Fior di Pesco carnico e Pietra Piasentina sono richiesti anche sui mercati internazionali, come Estremo Oriente e Paesi arabi, ricorda l'assessore Vito: "L'attività estrattiva della pietra ornamentale se resta oggi un prodotto di nicchia, d'altra parte può considerarsi un prodotto d'eccellenza 'made in Fvg". Utile potrebbe essere individuare un percorso di tutela e marketing dei materiali lapidei regionali per l'assistenza tecnico-amministrativa degli operatori e la promozione dell'esportazione. Con lo scopo della valorizzazione commerciale del materiale è operativo un "distretto della Pietra Piasentina". L'attuale normativa autorizzativa del settore (legge regionale 35/1986) prevede un percorso facilitato per questa tipologia di cave. E' infatti esclusa l'acquisizione del parere del Comune interessato, che è invece prevista per le altre categorie di materiali, e viene richiesta solo l'acquisizione della dichiarazione di non contrastanza dell'intervento proposto con lo strumento urbanistico vigente: "in questi snellimenti burocratici peraltro non vengono in alcun modo diminuite le attenzioni agli aspetti ambientali", ha osservato Vito. In attesa dell'approvazione del Prae e in considerazione della situazione economica, per gli uffici regionali è necessario intervenire con specifici strumenti tecnici di dettaglio, come i regolamenti, per venire incontro alle esigenze degli operatori del settore, senza diminuire l'attenzione per la tutela dell'ambiente e il controllo dell'attività autorizzata: tale obiettivo potrà essere perseguito attraverso un percorso condiviso con le associazioni di rappresentanza degli operatori del settore.