RICERCHE SULLA PRIMA TERGESTE
17/03/2015
La prima Tergeste non era nell'attuale centro storico della città di Trieste, sul Colle di San Giusto, ma sul Colle San Rocco, in una posizione strategica tra la Baia di Muggia e il torrente Rosandra. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista americana "Proceedings of the National Academy of Sciences", frutto di un lavoro interdisciplinare coordinato dal Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam, dall'Università di Trieste e dal Centro di Studi e Ricerche Enrico Fermi di Roma. "Sul Colle San Rocco, a pochi chilometri dalla città di Trieste, abbiamo rinvenuto un grande accampamento militare romano protetto da imponenti strutture difensive e due forti di dimensioni minori su due alture contigue, Montedoro e Monte Grociana" spiega Federico Bernardini, archeologo dell'Ictp. "Insieme costituiscono - ha continuato - uno dei più antichi sistemi di fortificazioni militari del mondo romano, l'unico finora rinvenuto in Italia". La costruzione di questo imponente sistema di fortificazione risale all'inizio del II secolo a.C. ed è correlata, secondo l'archeologo, alla seconda Guerra Istrica intrapresa dai romani, nel 178-177 a.C., per sottomettere la penisola istriana. "Sul campo centrale - prosegue Bernardini - grande quanto 13 campi da calcio, si sarebbe sviluppato il primo nucleo di Tergeste, che solo in un momento successivo si sarebbe spostato nell'area dell'attuale centro storico della Trieste moderna. Anche fonti letterarie avvalorano la nostra ipotesi: Strabone, per esempio, si riferisce a Tergeste definendola 'Phrourion', termine usato per designare le fortificazioni dell'esercito romano. E anche altri ricercatori hanno ipotizzato che il nucleo originario di Tergeste non andrebbe collocato nel centro della moderna città, perché lì non sono stati rinvenuti reperti romani significativi risalenti al II secolo a.C., ma resti databili a partire dalla metà del I secolo a.C.. quando è stata fondata la colonia romana". La scoperta è frutto di indagini geofisiche, di telerilevamento con laser e lavoro sul campo. Le ricerche sono state rese possibili anche grazie alla collaborazione con la Comunella Jus-Vicinia Srenja Bolliunz Comune, proprietaria di parte delle zone oggetto di studio, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, l'Università di Udine, l'Istituto di Archeologia di Lubiana.