PRISTINA. TREGUA ARMATA

Situazione di calma apparente a Pristina, dove permane una tensione latente all'indomani dei violenti scontri fra polizia e dimostranti antigovernativi, il cui bilancio, secondo fonti della polizia, e' stato di 72 agenti feriti, 26 dimostranti in ospedale e 160 arresti. Quella di ieri e' stata la seconda grande manifestazione contro il governo nel giro di tre giorni, la più violenta degli ultimi anni. A dimostrazione delle preoccupazioni del governo vi e' il fatto che il ministro degli esteri Hashim Thaci ha annullato una visita in Slovenia prevista per oggi. I manifestanti, mobilitati in primo luogo dal movimento nazionalista di opposizione 'Autodeterminazione', chiedono la nazionalizzazione del grande complesso minerario di Trepca, situato nel nord del Kosovo a maggioranza serba e rivendicato da Belgrado, e le dimissioni del ministro Aleksandar Jablanovic, kosovaro di etnia serba, accusato di aver offeso la component albanese. Anche il premier Isa Mustafa, insediatosi da poche settimane, e' fortemente criticato, accusato di avere una posizione troppo conciliante con Belgrado. Lo stesso Mustafa ieri ha accusato i manifestanti di voler in realta' rovesciare il governo con metodi violenti. Una dura condanna degli incidenti a Pristina e' venuta dal capo della missione Osce in Kosovo Jean Claude Schlumberger e dagli ambasciatori dei maggiori paesi occidentali. Anche il governo serbo a Belgrado ha condannato le violenze. Il capo dell'Ufficio governativo per il Kosovo Marko Djuric ha detto di ritenere che alla base delle manifestazioni vi sia la cattiva situazione economica e l'insoddisfazione per il nuovo governo.