LA NUOVA COOPERAZIONE...

La terza Commissione consiliare ha sentito oggi in audizione Legacoopsociali, Agci solidarietà Fvg, Confcooperative, Cooperativa sociale Itaca, Circolo Acli "La nuova cooperazione", Gruppo spontaneo educatori di Pordenone, sulla situazione degli oltre 1.600 educatori non qualificati del Friuli Venezia Giulia, dei laureati in Scienza dell'educazione, degli operatori della salute mentale e di quelli dell'inserimento lavorativo. Si tratta di un'area molto vasta, con prevalenti funzioni educative/riabilitative; persone per lo più laureate, tutte con decenni di servizio, che hanno frequentato corsi di aggiornamento e specializzazione organizzati dalle cooperative o da enti pubblici. Un primo intervento regionale risale al 1996, con una legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, e nel 1997 con una delibera di Giunta dove, per l'assistenza a tali soggetti, si parla di "personale con funzioni socio-educative" e "personale con mansioni socio-assistenziali". Due anni dopo arriva il decreto del ministero della Sanità che regola la figura dell'educatore professionale. La Regione interviene nel 1998 e negli anni a seguire con corsi di qualificazione che equiparano gli operatori già in servizio ai laureati. Nel 2001 è istituito a livello nazionale il corso di laurea in Educazione professionale, corso che in regione parte a Udine tre anni dopo. Oggi si hanno dai 35 ai 40 laureati all'anno. La Regione nel 2006 interviene con la legge n. 6 disciplinando la figura dell'educatore e prevede corsi di formazione, in realtà mai avviati. Gli interessati richiedono il riconoscimento di base del contributo prestato dagli operatori non qualificati, in termini di anzianità di servizio, aggiornamento e titoli posseduti, nonché in termini di "diritti acquisiti" a svolgere determinate mansioni di tipo educativo/riabilitativo nel territorio regionale, a esaurimento degli organici ora in servizio; la definizione di accordi con le Università per avviare percorsi di riqualificazione; una generalità di Giunta che tuteli pro tempore la conservazione del posto di lavoro per gli educatori non qualificati finché non si arrivi alla concretizzazione dei provvedimenti definitivi che la Regione esprimerà in materia. Per i tecnici dell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, personale reclutato e formato sulla base di precise professionalità, la soluzione di percorsi formativi di tipo accademico è incongrua - è stato detto - mentre si auspica l'organizzazione di corsi obbligatori di formazione continua per il personale già occupato.