I COMUNISTI NON VOGLIONO L'OSPEDALE UNICO
12/04/2015
Chiediamo alla Regione di congelare l'operazione "ospedale unico" in Uls10, alla luce degli arresti per corruzione che hanno investito la politica e le grandi opere, anche e soprattutto in Veneto. NON ci serve un ospedale nuovo, non ci servono "mattoni e cemento", ci serve una buona sanità, qualificata e per tutti: per questo chiediamo con urgenza che venga bloccata l'applicazione delle schede ospedaliere, che legittima irresponsabilmente la separazione delle discipline chirurgiche e mediche tra i due ospedali di Portogruaro e San Donà di Piave distanti più di 30 chilometri e con tanto di strada dissestata.E' urgente il ripristino del primariato di chirurgia a San Donà di Piave, con la reintegrazione dei posti letto esistenti a fine 2014. Zaia e la destra che governano il Veneto, parlano di schede ospedaliere senza conoscere le ripercussioni della loro applicazione. Da questo, con molta fermezza, prendiamo le distanze e mettiamo in guardia i cittadini. Nel sandonatese, territorio abitato da 100 mila persone, a cui si aggiungono i milioni di turisti estivi, la drastica riduzione delle funzioni chirurgiche più importanti, porterà ad una diminuzione netta di prestazioni in urgenza, con la probabilità sempre più elevata che, nei casi urgenti-complessi, il paziente venga dirottato fuori asl 10 o addirittura fuori Regione, con rischi esponenziali per la salute e aumento insostenibile dei costi sociali dei ricoveri. Nessuna discussione c'è stata tra istituzioni pubbliche e cittadini; l’informazione a mezzo stampa della dirigenza Ulss 10 (sempre pubblicata!) è stata unilaterale, così come tutte le decisioni assunte;l'irrinunciabilità all' “ospedale unico” è stata venduta in mille modi, con abile illusionismo mediatico ma altrettanta confusione sui costi e sui benefici in termini di salute! Contemporaneamente la sanità, anche in Ulss 10, si è contraddistinta per essere meno universale e ad uso esclusivo di chi ha soldi da spendere per farsi curare (sono inammissibili gli importi dei ticket di pronto soccorso e sulla ricetta rossa per gli esami di laboratorio) o per chi è disposto a rivolgersi altrove per trovare risposte ai propri bisogni di salute! In un assordante silenzio delle maggiori forze politiche locali, Zaia sta demolendo il Sistema Sanitario Pubblico, al fine di favorire la liberalizzazione della sanità, favorendo senza limiti di decenza le strutture private già fiorenti in zona. L’obiettivo del Governatore, non è la tutela della salute dei “padani”, ma la monetizzazione delle prestazioni sanitarie, che andranno a carico di un privato convenzionato con il quale il cittadino contratterà i livelli di assistenza. Gli esorbitanti costi di realizzazione, gestione e manutenzione del nuovo ospedale del Veneto orientale contribuiranno solo ed esclusivamente ad alimentare il famigerato debito pubblico che tutti noi dobbiamo rimborsare, con l'annesso groviglio di interessi e profitti privati a danno della finanza pubblica.