IACOP AGLI STUDI MITTELEUROPEI

Il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop è intervenuto a Gorizia al 48/o convegno internazionale di studi mitteleuropei su "La Grande Guerra e la crisi della civiltà europea". E Iacop ha sottolineato il valore dell'iniziativa che - ha detto - contribuisce a dare una lettura storica e civile della Grande Guerra e degli avvenimenti in cui essa è maturata, in un periodo definito "verso il suicidio d'Europa" e inquadrato anche sotto profili culturali tesi a evidenziare sia la voce della cultura tra guerra e pace, sia la cultura della mediazione per la composizione pacifica dei conflitti. "Mai come quest'anno poi - ha aggiunto il presidente - ricordare qui a Gorizia gli avvenimenti della Grande Guerra e ciò che essi hanno significato per questa città, per queste terre e per la sua gente, assume, oltre al valore storico in sé, il senso quasi della riparazione e del debito che la comunità regionale e quella nazionale devono non scordare di esercitare verso questa città che ha pagato, come nessun altra, un prezzo altissimo per la costruzione dell'Unità nazionale". Ricordando le iniziative promosse dal Consiglio regionale per ricordare l'avvenimento - a maggio nell'ambito di "èStoria" e l'altra il mese scorso - Iacop ha ricordato che "in questa parte della regione ove si consumarono con la Grande Guerra vicende che divisero e lacerarono intere famiglie e comunità, non di rado assurdamente finite su fronti opposti, e dove la seconda Guerra mondiale incise ulteriormente sulle storie familiari in particolare della città di Gorizia, ecco nel 1966 l'intuizione lungimirante di un gruppo di giovani intellettuali, amministratori pubblici ed esponenti del mondo dell'impresa, di dar vita all'Icm, con l'obiettivo alto di ricomporre un tessuto di rapporti umani, di valori, di tradizioni che le due Guerre avevano disarticolato e scomposto. Onore dunque a uomini come il sen. Martina, recentemente scomparso, che assieme ad altri fondarono questo Istituto e che da sindaco di Gorizia seppe gettare le basi per costruire quel ponte, oltre il confine, e che oggi è giustamente, a pieno titolo, Europa".