FESTIVAL DEL CINEMA MUTO ENTRA NEL VIVO
04/10/2014
Domani sera al Teatro Verdi di Pordenone sarà proiettato uno dei titoli più attesi della 33/a edizione delle Giornate del Cinema Muto: il Ben Hur del 1925, la più costosa produzione cinematografica realizzata fino ad allora. Già la storia della sua realizzazione potrebbe essere soggetto di un film per le difficoltà affrontate di ogni genere, a cominciare dal cambio di casa produttrice, dalla Goldwyn Pictures alla Metro-Goldwyn-Mayer, avvenuto a riprese già avviate. Il film è tratto dall'omonima opera letteraria di Lew Wallace (1880), che aveva avuto una precedente versione cinematografica e che conoscerà grande fortuna facendo incetta di Oscar nel 1957 e decretando la fortuna internazionale di Cinecittà come la Hollywood sul Tevere. Ben Hur è un principe ebreo ridotto in schiavitù e la storia racconta il suo cammino alla riconquista della libertà e si svolge parallelamente alla vita di Gesù. Le prime scene, nell'ottobre del 1923, furono girate in Nord Africa e in Italia sotto la direzione di Charles Brabin e con protagonista George Walsh, fratello minore del noto regista Raoul, che però si rivelarono ben presto inadatti a realizzare la titanica impresa. Furono pertanto sostituiti dal più esperto Fred Niblo, regista delle star e da Ramon Novarro, astro nascente di Hollywood. Le difficoltà principali erano tuttavia legate all'utilizzazione del sistema del technicolor, una sfida tecnica e logistica perché materiale da sviluppare solo in laboratori americani. Per le scene a colori in esterni non era sufficiente la luce solare e si doveva ricorrere a potenti fari per cui gli attori non potevano stare troppo a lungo in campo, pena gravi scottature. Nel gennaio 1925 si decise perciò di portare armi e bagagli negli studi californiani, salvando parte del materiale, specie quello di carattere religioso, la sontuosa parata per le strade di Roma e al Circo Massimo e la battaglia navale di galere nel mare di Livorno. C'è un aneddoto secondo il quale il realismo della lotta è dovuto al fatto che le comparse utilizzate furono selezionate tra fascisti e comunisti (il partito era nato proprio a Livorno) che non ebbero pertanto troppi scrupoli a darsele di santa ragione. Ben Hur uscì sullo schermo nel dicembre 1925 con grande successo che non riuscì tuttavia a pareggiare i conti fino alla riedizione con musica ed effetti sonori del 1931. A conti fatti il guadagno per la Major fu di soli 81.000 dollari.