FECONDAZIONE IN VITRO

Verrà discussa il 14 aprile davanti alla Consulta la legittimità costituzionale del divieto, per coppie fertili con patologie genetiche trasmissibili ai figli, di accedere alla fecondazione in vitro per effettuare una diagnosi preimpianto. Per loro, infatti, in base alla Legge 40, seppure in presenza di un elevato rischio di trasmettere una patologia genetica dimostrato da precedenti aborti o da figli nati malati, è impossibile effettuare questo tipo di esame sull'embrione prima del trasferimento in utero. Eppure, spiega Filippo Maria Ubaldi, direttore Clinico dei Centri GENERA di Medicina della Riproduzione, "si tratta di un esame non diverso da altre indagini diagnostiche prenatali che si fanno in gravidanza, come ecografia amniocentesi o villocentesi. Serve ad escludere dall'impianto l'embrione di cui sia stata accertata l'anomalia grave". Potrebbe cadere a breve, probabilmente pochi giorni dopo l'udienza della Corte Costituzionale, quindi, un altro pezzo della Legge 40, quello che permette di essere informate sullo stato di salute degli embrioni le sole coppie che si sottopongono a fecondazione in vitro a fronte di una diagnosi di infertilità. Una contraddizione che aveva portato anche la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ad esprimersi, nel 2012, con una condanna secca nei confronti dello Stato Italiano. La Corte Costituzionale dovrà esprimersi su un caso che "riguarda due coppie romane fertili che si erano rivolte all'Ospedale Sant'Anna per accedere alla fecondazione assistita per evitare di trasmettere malattie congenite di cui sono portatrici ai propri figli", commenta Filomena Gallo, segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e loro assistente legale. "Di fronte a un rifiuto", aggiunge, "ci siamo rivolti al Tribunale e il giudice ha intravisto un profilo di incostituzionalità su cui dovrà decidere la Consulta". "E' incomprensibile che dalla diagnosi preimpianto siano escluse coppie fertili ma portatrici di malattie gravi come fibrosi cistica o talassemia, un concetto anticostituzionale. Attendiamo quindi con molta fiducia la sentenza della Corte Costituzionale".