ERA MALATO, MA RUBAVA

Per la giustizia, le sue condizioni di salute erano incompatibili con la detenzione in carcere, ma Lorenzo Kari, 50 anni, domiciliato in un campo nomadi a San Tomaso di Majano (Udine), dopo aver architettato uno stratagemma che lo metteva al riparo dai controlli di routine dei Carabinieri, andava a rubare ed è accusato di aver messo a segno decine di furti in tutto il Friuli Venezia Giulia, soprattutto nel mese di dicembre. Assieme a due complici - Omar Braidich, 31 anni, anch'egli finito in manette, e un altro nomade ancora ricercato - girava le province di Pordenone e Udine in cerca di abitazioni da svaligiare. Il terzetto non faceva grandi appostamenti: suonava al campanello e se nessuno rispondeva entrava in azione, altrimenti chiedeva di una fantomatica donna, frutto d'invenzione, e poi si dileguava. Per restare lontano da casa senza venire sorpreso dalle verifiche dei militari sulle persone sottoposte ai domiciliari, Kari si faceva aiutare dai congiunti che quando ricevevano il controllo dei Carabinieri lo avvisavano del pericolo. A quel punto, scattava il piano di copertura: l'uomo si faceva accompagnare al Pronto Soccorso di San Daniele del Friuli e del Cro di Aviano - dov'è in cura per una patologia che non richiede, tuttavia, terapie invasive - fingendo di essere in preda a una crisi e facendosi redigere un certificato medico che giustificava la propria lontananza dal domicilio