CONGRESSO DEL CRO

Aprendo i lavori di CRO Meets Industry, in corso all'Istituto Nazionale Tumori di Aviano cui partecipano ricercatori e medici provenienti da dieci paesi, Michelangelo Agrusti, Presidente del CIV, ha salutato con affetto i precari, elementi decisivi nella vita della struttura; "sappiamo - ha detto - quanto difficile sia questo momento per le nuove generazioni, una considerazione che trova eguale fondamento nella medicina e nella ricerca ad essa applicata". Agrusti, come poi il direttore generale del CRO, Piero Cappelletti, ha posto l'accento sul vuoto legislativo che separa i Centri di ricerca e le Università in materia di trasferimento tecnologico all'impresa, auspicando la fine della vacatio legis. "Nella terra di nessuno - ha aggiunto - ci siamo arrangiati, siamo riusciti a far nascere quattro start-up". Agrusti ha sottolineato come l'Italia sia "divenuta player di riferimento anche nel biotech oltreché nel food e nella moda. Occorre attuare una industrializzazione che crei un manifatturiero inclusivo del biotech, unendo ricerca a impresa. Dal canto suo il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, ha sottolineato che nelle aree Biomed, Biotech e BioIct "non s'è fatto a sufficienza; questa Regione nella programmazione passata non ha destinato risorse in questa direzione. Lo facciamo noi: per la prima volta nella programmazione europea vengono inserite linee contributive ad hoc". Occorre ora "individuare player che giochino insieme a noi. Il CRO è uno di questi". Per Bolzonello "il Cro va reso centrale, non solo dal punto di vista medico ma anche scientifico, di innovazione e industriale" attraverso tre ambiti: programmazione europea, disegno di legge regionale - che diventerà legge a fine gennaio - e il Cro stesso, per la parte grandi investimenti tecnologici, risorse umane e link al sistema delle start-up e dell'industria