CISL ALTO FRIULI LANCIA L'ALLARME
12/03/2015
Nell'Alto Friuli negli ultimi cinque anni si sono persi 33 presìdi di servizi tra uffici, sportelli e scuole chiuse o soppresse; altri 44 hanno subito razionalizzazioni, riduzioni o accorpamenti. Lo ha reso noto oggi la Cisl Alto Friuli, che ha compiuto un'indagine sulle tipologie di servizi persi o non ancora conquistati dai cittadini nel territorio montano. Tra gli altri risultati gli sportelli postali, calati dal 2010 a oggi di 17 unità (-19%); più pesante la percentuale di razionalizzazioni di orari e giornate d'apertura (28 quelli interessati, pari al 31% del totale). Altre riduzioni hanno coinvolto gli uffici dell'Agenzia delle Entrate di Tolmezzo e Gemona, alcune scuole primarie, gli Istituti Comprensivi e gli Isis, i trasporti su gomma e su rotaia, le biglietterie ferroviarie di Gemona e Tarvisio. Preoccupazioni ancora destano, in ambito sanitario, le criticità legate alle tempistiche di intervento in emergenza, soprattutto per le zone periferiche e le croniche difficoltà legate alla carenza di pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale. Sui 63 comuni facenti parte del comprensorio (Carnia, Tarvisiano, Gemonese, Sandanielese, Tarcentino) ci sono casi di piccoli comuni (Dogna, Raveo, Ligosullo, Preone, Resiutta) che ormai non hanno né una scuola, né una farmacia né uno sportello bancario. La situazione della connettività a banda larga, secondo i dati del Mise sul digital divide, vede 15 comuni con oltre l'80% di persone senza accesso e altri 11 con la percentuale che supera il 60%. La fibra stesa, al momento è a disposizione solamente dei comuni o degli enti pubblici. "Abbiamo voluto realizzare questa indagine - ha spiegato Franco Colautti, segretario della Cisl Alto Friuli, affiancato dal segretario regionale Luciano Bordin - per richiamare ancora una volta, in maniera forte e decisa, l'attenzione su un problema che denunciamo da tempo: il costante depauperamento del tessuto dei servizi a livello locale, che a sua volta, come del resto già evidenziato nei mesi scorsi, porta ad un acuirsi dello spopolamento del territorio montano e pedemontano del Friuli Venezia Giulia. Allo stesso tempo però - aggiunge - non possiamo nasconderci dagli enti 'doppioni' e dalle presenze anacronistiche di certe strutture".