CENTRALE MONFALCONE. C'è SODDISFAZIONE

Il contributo della centrale termoelettrica A2A sull'impatto ambientale del territorio di Monfalcone è "marginale sia per i macroinquinanti sia per i microinquinanti". Sono alcune delle conclusioni di uno studio commissionato dal gruppo A2A ad Arianet, società specializzata nella valutazione della qualità dell'aria, in relazione alla dispersione e trasformazione degli inquinanti in atmosfera. Lo studio di Arianet integra quello sul "biomonitoraggio" mediante licheni reso pubblico dalla Regione lo scorso primo settembre e "conferma, oltre all'assoluta marginalità del contributo della centrale termoelettrica di A2A rispetto ai livelli complessivi di inquinamento ambientale, la generale buona qualità dell'aria a Monfalcone", sottolinea una nota. In termini di concentrazioni i contributi imputabili alla centrale A2A sono tra i minimi in assoluto. Per i tre principali macroinquinanti (ossidi di azoto, biossido di zolfo e polveri) la centrale è la fonte che determina la minore incidenza; i valori massimi di concentrazione al suolo sono attribuibili al traffico delle automobili per gli ossidi di azoto e il particolato, al porto-aeroporto per il biossido di zolfo. Per i microinquinanti, rispetto ai sei elementi considerati e in confronto alle altre fonti, la centrale A2A contribuisce con valori minimi di concentrazione per Arsenico, Piombo e Diossine/Furani, mentre la sorgente ascrivibile al porto-aeroporto determina il contributo più rilevante per Arsenico, Nichel e Diossine/Furani, il traffico veicolare per Cadmio e Piombo, il comparto della altre industrie (esclusa la centrale) per il Mercurio. I valori massimi assoluti ottenuti - precisa lo studio - sono in ogni caso sempre lontani dai limiti di legge, in particolare per i micro-inquinanti sono da 100 a 1.000 volte inferiori ai corrispondenti limiti di legge.