CARO RENZI TI SCRIVO
23/06/2015
Una lettera è stata indirizzata al Presidente del Consiglio Renzi, ai ministri del Lavoro Poletti e dell'Interno Alfano dal Consiglio sindacale interregionale Friuli Venezia Giulia, Veneto e Croazia Sudoccidentale (Csir) per ribadire il no alla reiterazione delle misure transitorie sulla libera circolazione a scopo di lavoro dei cittadini croati in Italia oltre il 30 giugno. "I cittadini croati, divenuti comunitari il primo luglio 2013 - ha affermato oggi a Trieste il presidente del Csir, Michele Berti - stanno subendo da due anni una limitazione quasi totale rispetto al mercato del lavoro italiano, misure introdotte nel trattato di adesione all'Ue, come già era avvenuto nel 2004 per la Slovenia, ma a cui i Governi nazionali possono rinunciare. Siamo contrari perché la libertà di circolazione, come le altre tre libertà fondamentali previste dall'Unione Europea, deve essere garantita a tutti. Ma siamo contrari anche perché il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana storicamente più interessata dalla presenza di lavoratori croati; una presenza confinata praticamente da sempre nel lavoro sommerso o non regolare". Berti ha ricordato che "i lavoratori croati avevano già subito la Bossi-Fini, rigida e difficile per l'instaurazione di rapporti di lavoro irregolari fino al 30 giugno 2013, quando erano ancora extracomunitari. Dal primo luglio 2013 l'Italia avrebbe dovuto procedere a una liberalizzazione, invece si è passati a un'altra situazione di rigidità e anche nel settore del lavoro domestico, per quanto liberalizzato dal Governo, è rimasta una percezione di chiusura". La presenza di lavoratori croati in Friuli Venezia Giulia è sostanzialmente stabile negli anni: 1.379 nel 2009; 1.200 nel 2010; 1.125 nel 2011; 1.009 nel 2012; 976 nel 2013 e 1.072 nel 2014. Il Csir stima invece una presenza di almeno 10 mila lavoratori frontalieri pendolari, tra croati e sloveni.