CAMUSSO A PASIAN DI PRATO

Susanna Camusso, leader nazionale della Cgil, ha dato il proprio assenso alla proposta del suo sindacato alla giunta del Friuli Venezia Giulia sul reddito di inserimento che, in sintesi, tiene insieme assistenza e politiche del lavoro, ma con una ripartizione a monte delle risorse destinate ai due capitoli. La proposta, elaborata con l'aiuto dell'Ires Fvg, è stata presentata questa mattina a Pasian di Prato, alla presenza, oltre di Camusso, anche dell'assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca, di Cristiano Shaurli, Riccardo Riccardi, Giulio Lauri e Cristian Sergo per i gruppi consiliari di Pd, Fi, Sel e M5S. "Questa proposta - ha detto il segretario regionale Cgil, Franco Belci - porta a sintesi un lungo lavoro di elaborazione programmatica che la Cgil ha avviato nel 2013 con la definizione di un Piano per il lavoro Fvg. Ma la discussione sul reddito di base segna finalmente anche l'avvio di un confronto sulle politiche per il lavoro che finora era mancato". La Cgil, da parte sua, ha messo in campo una proposta per uno strumento che, ha aggiunto Belci, può segnare positivamente l'intera legislatura. Ecco perché Belci ha apprezzato "l'impegno a portare il provvedimento in Consiglio entro giugno, impegno che va mantenuto - ha spiegato il segretario - per garantire alla misura un'adeguata dotazione già in sede di assestamento di bilancio". Alla base della proposta, l'integrazione tra assistenza e politiche del lavoro. "Questo - ha aggiunto la responsabile welfare Orietta Olivo - nella convinzione che il rilancio dell'occupazione sia strada prioritaria per contrastare la povertà e il disagio". Povertà e disagio che crescono anche in regione, dove 100 mila cittadini - come ha evidenziato l'Ires Fvg nella sua analisi - sono al di sotto della soglia di povertà (975 euro di reddito per i nuclei di due persone) e altri 100 mila a rischio. Impensabile però poter dare una risposta a tutti: ecco perché la Cgil ha chiesto - oltre a un incremento della dotazione rispetto ai 10 milioni previsti in Finanziaria e agli ulteriori stanziamenti, dai 2 ai 4 milioni, ipotizzati dalla Giunta - di individuare criteri chiari, dall'Isee ai requisiti familiari e occupazionali, per individuare la platea e gli obiettivi dello strumento. La proposta Cgil-Ires fornisce un contributo in termini sia di analisi, individuando un a potenziale platea di beneficiari, che di operatività. Sotto il primo profilo, oltre alle già citate stime Istat della povertà, i ricercatori dell'Ires - Maurizio Canciani, Chiara Cristini e Alessandro Russo - hanno preso a riferimento i numeri del mercato del lavoro: 42 mila disoccupati come media dei primi dove mesi del 2014, cui si sommano circa 42 mila inattivi potenzialmente attivabili. Sparso tra questi due gruppi il crescente esercito di riserva dei cosiddetti Neet, ben 41 mila giovani nella fascia 15-34 anni che non lavorano e non sono impegnati in percorsi di studio e formazione. Vanno inoltre considerati i lavoratori a basso reddito: almeno 12 mila tra co.co.pro, collaboratori della pubblica amministrazione e associati in partecipazione, con redditi annui medi tra gli 8 mila e gli 11 mila euro, e 32 mila lavoratori socialmente utili a 750 euro pro-capite, sempre come media annua. Ben 160 mila invece, secondo la stima Ires, i residenti senza reddito nella fascia 15-64 anni.