BIBIONE. RUBAVA BICICLETTE E LE AFFITTAVA: DENUNCIATO INSOSPETTABILE

Rubava biciclette per poi prestarle ai propri affittuari in vacanza a Bibione. La Polizia Locale, diretta dal comandante Andrea Gallo, ha messo a segno ancora un duro colpo al traffico di bici rubate a Bibione scoprendo una serie di furti dai contorni impensabili. La tecnica utilizzata da A.R., 59 anni residente a Tombolo (PD), proprietario di alcuni appartamenti a Bibione era singolare: lo stesso si appropriava nel centro balneare di biciclette e, dopo qualche settimana dal furto, le metteva in uso agli ignari affittuari che giravano per Bibione con mezzi oggetto di furto. La tecnica tuttavia è stata scoperta dopo una serie di incroci sulle denuncie fatte al Comando, in particolare due biciclette dalle caratteristiche molto particolari sono state viste dagli agenti della polizia locale girare per Bibione ed una di questa è stata anche riconosciuta dal proprietario che ha confermato come quella bici gli era stata effettivamente sottratta qualche settimana prima. Agli ignari clienti che giravano con le bici rubate, gli investigatori del Comando bibionese hanno chiesto chi avesse consegnato i mezzi: la risposta da tutti è sempre la stata la stessa e cioè il proprietario degli appartamenti da loro affittati. Gli stessi non hanno nascosto la grande sorpresa ed il forte disappunto per aver circolato con biciclette rubate, anche con il rischio di trovarsi a loro insaputa colpevoli di un traffico illecito. Da ulteriori accertamenti è poi risultato che A.R. aveva una fedina penale ricca di reati legati a furti e ricettazione anche di biciclette: in un caso qualche tempo fa aveva messo in vendita in internet una bici rubata l’anno scorso e costata al proprietario 4mila euro, riconosciuta pero’ dallo stesso che si è rivolto alla polizia postale per riottenerla. “L’impegno quotidiano da parte del comando - evidenzia il dirigente Andrea Gallo – per debellare la piaga dei furti di bici sta dando frutti. Rispetto all’anno scorso abbiamo registrato un calo di denunce”. Ora il padovano, deferito all’autorità giudiziaria di Pordenone, rischia fino a tre anni di carcere.