L'allarme mafia "era stato già lanciato due anni fa da Cinzia Franchini, imprenditrice modenese a capo della categoria dei trasportatori CNA nazionale, in tempi non sospetti". Lo riporta una nota della Cna Fvg che si dichiara "schierata in prima linea con la Franchini 'in nome della legalità', dissociandosi dalla dura presa d'atto del nazionale che lascia presagire una probabile espulsione". La Cna Fvg ricorda che la Franchini è stata "oggetto di atti intimidatori a causa delle sue coraggiose denunce sulle 'anomalie' del settore in cui opera", e di aver detto "ai parlamentari di sentirsi sola sul fronte antimafia e che qualcuno dei suoi colleghi avrebbe provato a 'mandarla a casa'". Nel 2013 la presidente aveva riferito all'incontro in Cna Udine che l'8% delle imprese di autotrasporto sono infiltrate; ed era "solo il preambolo di quanto è poi emerso in questi giorni dal rapporto annuale della direzione nazionale Antimafia" in Fvg. "Si tratta di un fenomeno che interessa più il nord del sud - aveva detto Franchini - assieme all'abusivismo è uno dei grossi problemi da risolvere nel settore trasporti". "In regione - conferma il presidente Cna-Fita Fvg, Giosualdo Quaini - il vuoto lasciato dalle aziende che chiudono (-15% a Udine,-25% a Pordenone) spesso lascia spazio ad aziende poco pulite. Non ci sono infatti nuovi ingressi, i giovani non seguono le orme della famiglia; le piccole imprese di trasporto chiudono perché sono troppo vessate". Per sostenere la battaglia della presidente nazionale Cna-Fita è stata anche aperta una pagina "Con Cinzia Franchini"