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LATTE CANCEROGENO MADE IN FRIULI: LA GRANDE VERGOGNA
LATTE CANCEROGENO MADE IN FRIULI: LA GRANDE VERGOGNA
21/06/2013
Allora non capita solo in Campania, nelle zone conosciute perchè gestite con le armi e con le uccisioni dai Casalesi. Anche nel profondo Nord, quasi austriaco, gente senza scrupoli, azzarderei, bastardi allo stato puro, hanno continuato a vendere il loro latte adulterato, addirittura secondo gli inquirenti, contenenente una tossina cancerogena che inibisce la crescita dei bimbi. Chissà se Zampa, le sue collaboratrici, i suoi allevatori, al mattino davano da bere ai loro figli il latte incriminato, chissà se alla sera, il presidente di Cospalat invitava i suoi figli o nipoti a bersi un buon bicchiere di latte ( meglio di merda ) che il suo Cospelat vendeva a mezza Italia. Ma andiamo a ripercorrere la vicenda, non per nulla, solamente perchè rimangano ben in mente nomi cognomi e ruoli in questa vicenda che ripeto ha di fatto gettato nella vergogna una regione, come il Friuli Venezia Giulia. Vendevano latte tossico in mezza Italia. Dagli allevatori del consorzio Cospalat finiva sugli scaffali di decine e decine di negozi per essere venduto come latte fresco oppure ai caseifici per produrre formaggio. I carabinieri del Nas hanno sequestrato 1.063 forme solo nel periodo da maggio a dicembre del 2012, ma è impossibile sapere quanto latte contaminato dalle aflatossine M1 è stato venduto e consumato. Sono insomma stati venduti latte e formaggio tossici e Montasio Dop che non era Dop. Il presidente del consorzio, Renato Zampa, 52 anni, di Pagnacco, l’unico che ieri è finito in carcere, lo sapeva. Come lui erano al corrente del traffico illecito anche la segretaria amministrativa Stefania Botto, 45 anni, di Tavagnacco, e il responsabile degli autisti Dragan Stepanovic, 30, originario della Serbia, ma residente a Udine. Entrambi sono finiti ai domiciliari come pure le due socie del laboratorio di analisi Microlab snc di Amaro, Gabriella Mainardis, 54 anni, di Tolmezzo, e Cinzia Bulfon, 30, di Amaro, incaricate di monitorare costantemente i livelli di contaminazione da aflatossine del latte e di provvedere all’occultamento o alla distruzione dei referti. Ai domiciliari anche una consulente esterna del consorzio, Paola Binutti, 45 anni, di Attimis, de Il Laboratorio sas, incaricata, sempre secondo l’accusa, di coadiuvare Zampa nell’occultamento e distruzione dei documenti e di sostituzione dei campioni di latte destinati a essere analizzati per eludere i controlli. Tutti e sei, più un settimo indagato, l’autista Roberto Alaimo, di Arezzo, colpito dall’obbligo di dimora, devono rispondere dell’accusa di associazione a delinquere. Gli indagati dal pm Marco Panzeri sono in tutto 24, tra cui 17 del Cospalat sui 100 effettivi. A scoprire l’inganno è stato un trasportatore. Dal Friuli, dove veniva prodotto, il latte tossico raggiungeva Veneto, Toscana, e poi, ancora più a Sud, Umbria, Campania e Puglia. Quello spacciato per idoneo alla produzione di Montasio Dop invece finiva ai caseifici di Selva del Montello (Treviso), Sacile e Feletto Umberto. Zampa, dal canto suo, si professa innocente e dice di essere vittima di un clamoroso errore. Lo stabilirà la magistratura. Fondatore del Cospalat, nel febbraio del 1998, Renato Zampa, 52 anni, di Pagnacco, si impose immediatamente come il capo indiscusso dei circa 200 produttori di latte del Friuli Venezia Giulia che avevano deciso di aderire al nuovo movimento. Già in passato aveva subìto un processo che lui stesso aveva voluto per una fornitura alla Granarolo che conteneva aflotossine. Ma era stato assolto. E c’è di più, quasi un’ironia della sorte. Lo stesso Renato Zampa per conto della Cospalat del Fvg si era fatto vessillifero di un intervento di controllo nei confronti di un camion di latte con valori alti di aflotossine. Nell’occasione erano poi scattate ulteriori verifiche in collaborazione con Azienda sanitaria e carabinieri del Nas, in modo - aveva precisato allora Zampa – «di garantire come sempre un prodotto sicuro e di qualità». Personalmente sono per pene severissime da comminare, se colpevoli ovviamente, a questi soggetti, sapendo che in questa italietta, tra qualche anno nessuno si ricorderà nulla e magari loro incominceranno nuovamente a venderci la loro merda liquida, a fare i gradassi al telefono ( leggendo le trascrizioni delle intercettazioni ) con le donne che si danno da fare, magari per far allontanare il vetrerinario onesto. Posso incazzarmi davanti a tutto questo ? Posso sognare ( ma prima o dopo arriveremo a farlo davanti a questi /queste farabutte ) che se colpevoli la gente potrà osservarli da vicino, sputargli in viso e pisciarli in testa ? Intanto I carabinieri del Nas di Udine hanno chiesto all'azienda sanitaria la sospensione dell'attività della Cospalat Friuli Venezia Giulia, in seguito all'indagine sulla frode in commercio e sul latte contaminato da Aflatossine M1. Il provvedimento verrà notificato a breve dall'azienda sanitaria al consorzio. Il Minimo