Il Tribunale del Riesame si pronuncerà il prossimo 18 settembre sul ricorso presentato da Giorgio Fidenato contro la decisione, della Procura della Repubblica di Udine, di radere al suolo i suoi poderi di Colloredo di Monte Albano (Udine) coltivati a mais ogm, procedura eseguita lo scorso 19 luglio. Ad annunciarlo è stato lo stesso Fidenato che ha detto di essere sconcertato per la lentezza della giustizia. "E' vero che non stiamo parlando di persone in galera in attesa del verdetto - ha commentato - ma questo ritardo di due mesi, rispetto al momento della distruzione, comporterà gravi danni poiché non potrò usare in alcun modo il mio terreno. E la cosa più incredibile è che ho perfettamente ragione e mi muovo nell'alveo della normativa europea". L'attesa rischia di complicare anche la situazione di un altro campo coltivato a mais Ogm, a Fanna (Pordenone): "Speravo che il Riesame mettesse fine, da subito, anche a questa vicenda - ha aggiunto Fidenato - dandomi ragione. Invece, si profila la solita trafila: io mi sono autodenunciato, gli agenti della Forestale sono venuti a fare i prelievi, riceverò l'ennesima multa e se ci sarà la fioritura prima del 18 settembre c'è il rischio che la Procura di Pordenone adotti le medesime misure di quella di Udine. Ma io non mi arrendo, sopratutto dopo che i soliti vandali hanno distrutto alcuni manufatti a Colloredo, dimostrando ancora una volta l'esistenza di un clima giustizialista e oscurantista. Voglio ribadire - ha ancora proseguito - che la Commissione europea che ha il monopolio sulla questione degli ogm, è assolutamente dalla nostra parte: il provvedimento della Procura di Udine che ha deciso di far radere al suolo il campo puntava sul fatto che il campo era pericoloso per la salute umana, nel mentre l'Efsa, cioè l'autorità europea per la sicurezza alimentare era e rimane di tutt'altro avviso e ha ribadito che le coltivazioni transgeniche sono innocue. Almeno questo il Riesame dovrà riconoscerlo", ha concluso Fidenato.