UCRAINA, COLDIRETTI: "CON NUOVO RECORD GRANO E’ SOS SCORTE. SERVE PIANO PER TAGLIARE DIPENDENZA DALL’ESTERO"

UCRAINA, COLDIRETTI:


Sale ancora il prezzo del grano e raggiunge i massimi dal 2008 su un valore di 37,5 centesimi al chilo ma valori in aumento si registrano anche per le quotazioni di mais e soia che stanno mettendo in crisi l’alimentazione degli animali nelle stalle mentre le industrie della pasta e del pane lanciano l’allarme scorte. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulle quotazioni mondiali al Chicago Board of trade, punto di riferimento per le materie prime agricole.


Un’emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.


Nel veneziano a preoccupare – sottolinea Andrea Colla, presidente di Coldiretti Venezia – è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica.  La guerra in Ucraina fa esplodere il caro concimi con aumenti fino al 170% che pesano sulla filiera agroalimentare Made in Italy mettendo a rischio le forniture alimentari e aggravando la dipendenza del Paese dall’estero. Il nitrato di ammonio viene, infatti, a mancare proprio nella fase decisiva per la crescita delle spighe, diminuendo inevitabilmente la produttività con il taglio dei raccolti. 


La preoccupazione maggiore riguarda però il settore zootecnico, l’aumento di mais e soia sta infatti mettendo in ginocchio gli allevatori  che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori.


In difficoltà – continua la Coldiretti - ci sono anche i pastai che lamentano di avere scorte solo per poche settimane e annunciano chiusure impianti a causa dei problemi di rifornimento dall’estero per il blocco delle spedizioni determinato dalla guerra.