L'indagine è stata svolta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Pordenone.
Tutto ha inizio nella città del Noncello i primi di marzo quando l’uomo, un insospettabile operaio pordenonese, nota occasionalmente la giovane, anche lei di Pordenone, mentre scende dalla propria auto vicino a casa. Infatuatosi della donna, l’indagato, mantenendo sempre l’anonimato, inizia un insolito corteggiamento, omaggiandola di giocattoli erotici a forma fallica che la giovane inizia a trovare sul parabrezza della macchina.
Dopo il terzo “regalo”, a distanza di settimane l’uno dall’altro, la ragazza, resasi conto che non si trattava di una goliardata, si rivolge ai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile.
I militari dell'arma scoprono che gli episodi si sono tutti verificati nelle prime ore del mattino nel parcheggio dello stadio Bottecchia e sono legati a precise abitudini del molestatore che, insistentemente, seppur a intervalli diversi, dopo essersi avvicinato all'auto della vittima, prelevava dal proprio portabagagli i giochi erotici depositandoli sull’utilitaria della donna.
Prima, però, le incide sulla brina presente sull’auto messaggi volgari a sfondo sessuale.
Gli accertamenti dei carabinieri si svolgono acquisendo immagini di videosorveglianza e pedinando poi, una volta individuatolo, l'indagato.
Si arriva, così, alla perquisizione domiciliare, delegata dal pm Matteo Campagnaro, in cui i carabinieri sequestrano altri cinque sex toys, che i militari ritengono destinati alla giovane vittima.