“La Regione Veneto, con una rete di 41 strutture tra centri antiviolenza, case rifugio e strutture protette, rientra appieno nei parametri nazionali previsti dalla legge 119 del 2013. E le risorse sinora stanziate non sono affatto in diminuzione: nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici, di cui 400 mila regionali, per sostenere i centri antiviolenza e le strutture di secondo livello; nel periodo 2015-2017 l’impegno finanziario regionale per il funzionamento dei centri è confermato con 800 mila euro, in attesa del promesso riparto del fondo nazionale per le iniziative di contrasto alla violenza di genere”.
“Il Veneto – prosegue la referente per le politiche sociali - non intende abbassare la guardia ed è in prima fila nel promuovere progetti di sensibilizzazione e di rete, d’intesa con associazionismo, volontariato, enti locali e aziende sanitarie. Ci siamo rivolti anche all’Unione europea per rafforzare la rete dei centri e delle strutture antiviolenza, presentando un progetto, insieme al Centro antiviolenza di Padova e all’associazione nazionale dei centri antiviolenza (D.I. Re), per rafforzare e coordinare le procedure di accoglienza e presa in carico delle segnalazioni delle donne, e proponendo una campagna di sensibilizzazione rivolta agli operatori dell’informazione, ai media e all’opinione pubblica, finanziabile dalla Direzione generale Giustizia della commissione europea con il bando contro la violenza sulle donne. Perché – conclude l’assessore - la prima e vera battaglia contro le prevaricazioni di genere è culturale e va condotta nei media, nelle scuole, nei luoghi di socializzazione, là dove si forma l’educazione ai sentimenti e ai rapporti familiari e interpersonal