VENETO: VIA LIBERA ALLA LEGGE "ANTI-MOSCHEE"

Solo mediaticamente viene chiamata "legge anti-moschee" ma di fatto è una norma che va semplicemente a mettere ordine sulla presenza dei luoghi di culto di qualsiasi fede si tratti, affidando in particolare ai sindaci il compito di inserirli all'interno dello strumento di governo pianificatorio del proprio territorio, ovvero il piano regolatore. Di fatto i Comuni avranno principi chiari e non interpretabili in un tema dove per troppo tempo, a detta della maggioranza regionale, "vi era una totale anarchia". La legge prevede l'obbligo dell' uso della lingua italiana nelle funzioni religiose e la possibilità di sottoporre a referendum le norme di materia urbanistica. La discussione in consiglio regionale si è conclusa ieri sera a tarda serata con 30 voti a favore, 8 contrari e un astenuto. Contestate le norme che impediscono la realizzazione di luoghi di culto nelle aree industriali o artigianali, o quelle che non permettono la celebrazione di funzioni religiose, ancorché in via estemporanea, in spazi aperti. Secondo gli esponenti del Pd «esistono forti dubbi di costituzionalità in special modo per l'articolo 2 come è stato emendato. Non siamo riusciti a far comprendere le conseguenze che questa legge porterà» è stato il commento finale del contro relatore Fracasso.