TRIESTE. MAXISEQUESTRO DI ARMI AL PORTO.

Un segnale 'inquietante' sull'esistenza di commerci di armi lungo il corridoio verso il Nordeuropa, o 'rassicurante', sul rafforzamento dei controlli in questo periodo di tensione per il terrorismo nel Vecchio continente. Sta di fatto che è eclatante il sequestro di un carico di poco meno di 800 fucili a pompa, effettuato dalla Guardia di Finanza e dalle Dogane al Porto di Trieste, scoperto senza le necessarie autorizzazioni di Pubblica sicurezza per il suo trasporto. I fucili, marca "Winchester" e calibro 12-51 e 12-47, del valore di circa 500 mila euro, sono giunti tre giorni fa allo scalo giuliano provenienti dalla Turchia e destinati a un operatore del ramo in Belgio. Regolarmente prodotti in uno stabilimento turco, ciascuno all'interno della sua scatola, stavano in un autoarticolato con targa olandese, condotto da un cittadino turco, insieme ad altre merci destinate in Germania e Olanda. Tutti denunciati nella bolla di carico. La particolarità del carico, la sua provenienza e la destinazione, hanno attivato ulteriori controlli da parte delle Fiamme Gialle e dei funzionari doganali del servizio Antifrode. Sebbene non vi fossero irregolarità di tipo doganale, è stato quindi scoperto che non era stata chiesta autorizzazione alle Autorità di pubblica sicurezza, obbligatoria per il trasporto, anche se non destinato al territorio nazionale. E' quindi scattato ieri il sequestro, su richiesta della Procura della repubblica di Trieste, con la denuncia dell'esportatore turco, per l'ipotesi di reato di commercio non autorizzato di armi. Ulteriori accertamenti sono in corso su tutta la 'filiera' del carico, in particolare sui destinatari. Non è la prima volta che un carico di armi transita per Trieste, ma è la prima in cui viene fermato per irregolarità nei documenti. "Un sequestro rilevante", lo ha definito il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni, sottolineando che la Guardia di Finanza "abbia ben interpretato questo momento storico incentivando i controlli nell'ambito portuale, zona sensibile che con la propria attività condiziona commercialmente la città di Trieste". "Un livello di attenzione estremamente elevato, che in questo periodo è ulteriormente oggetto di intensificazione", ha detto il ten.col. Gabriele Baron, comandante del Gruppo triestino delle Fiamme Gialle. Per il responsabile del Servizio Antifrode dell'Ufficio delle Dogane di Trieste, Nicola Palladino, "in questo periodo lavoriamo con la maggiore precisione possibile sul quel che passa dal porto, che registra 250 mila transiti annui da e per la Turchia".