LOCRIDE SQUADRA SOTTO SCORTA
27/12/2015
Vergogna, porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque per testimoniare la nostra solidarietà. Carlo Tavecchio esprime via Ansa il suo sdegno per le minacce che hanno costretto la società femminile della cittadina calabrese a dare l'addio all'attività agonistica. "Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport - prosegue il presidente della Federcalcio -. Esprimo massima solidarietà allo Sporting Locri, ai suoi dirigenti e alle sue tesserate, la Figc è al loro fianco. Andremo in Calabria con la Nazionale femminile di Calcio a 5 per testimoniare tutto il nostro sostegno affinché nel meridione d'Italia non si spenga una bella realtà di sport in rosa". "Ringrazio tutti per la vicinanza ed il sostegno, ma la serenità non c'era prima e non c'è ora per cui non torno indietro. Se qualcuno è disposto a rilevare la società la cedo gratis". Così il presidente della squadra di calcio a 5 donne Sporting Locri, Ferdinando Armeni, conferma all'ANSA il ritiro della squadra per le minacce subite. "Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo". Così il presidente Coni Malagò esprime la sua solidarietà alla squadra femminile di calcio a 5 costretta a lasciare l'attività causa minacce. "Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti", dice. Il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino ha disposto "adeguate misure di protezione" nei confronti della dirigenza della squadra di calcio a 5 femminile Sporting Locri. Gli stessi dirigenti saranno sentiti nei prossimi giorni in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal Prefetto. La società di calcio femminile a 5 "Sporting Locri", impegnata nel campionato nazionale di serie A di categoria, chiude i battenti. Per minacce. Ad annunciarlo è il presidente della Asd, Ferdinando Armeni, destinatario di messaggi espliciti a lasciare perdere rivolti anche alla sua famiglia e ad altri dirigenti. Il presidente Armeni ha denunciato il fatto ai carabinieri e alla Digos che indagano per individuare gli autori delle gravi intimidazioni.