CIAMBETTI (VENETO) SANZIONI ALLA RUSSIA PENALIZZANTI

“Ho rimarcato con forza a Christopher Jester, nuovo consigliere per gli affari economici del consolato USA di Milano venuto in visita lunedì scorso a palazzo Ferro Fini, che la politica delle sanzioni verso la Russia va assolutamente rivista se non cancellata del tutto”. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, nel commentare i dati diffusi dalla Cgia di Mestre sull’export verso la Russia rivela che “non ho fatto mistero alle autorità statunitensi della preoccupazione per le nostre imprese venete e del nord Italia , quelle che possono trainare una ripresa che in Italia è alquanto stentata - ha spiegato Ciambetti – Lombardia, Emilia e Veneto, cioè le tre regioni che sostanzialmente reggono i conti pubblici italiani, sono anche quelle maggiormente penalizzate dalle sanzioni verso la Russia. Il Veneto, da solo, ha perso nel 2015 oltre 688 milioni. Se , + 16,6% nel 2015 sono stati i principali mercati per le merci prodotte in Veneto, le nostre imprese pagano a caro prezzo le politiche delle sanzioni dell’Unione europea e Usa verso Mosca. Verso la Russia il Veneto ha visto contrarsi del 30,6% le proprie esportazioni durante il 2015. Le province di Belluno, con un dato prossimo al meno 36 per cento, e Vicenza, con un meno 28.5%, sono state particolarmente colpite, ma è soprattutto il padovano a segnare una contrazione prossima al 50 per cento dell’export verso la Russia” Il presidente del Consiglio poi nota: “Certo, Veneto e Piemonte secondo l’Istat trainano l’export italiano e proprio la provincia di Vicenza è al top dell’export tricolore – ha continuato Ciambetti – e mi chiedo quale sarebbe stato il dato se avessimo potuto contare anche sul mercato russo. Come ho detto al consigliere Jester per noi è necessario rilanciare l’occupazione e le sanzioni vanno nella direzione esattamente opposta creando tensioni che, alla lunga, non sono esattamente gestibili. Del resto, gli scenari internazionali, soprattutto dopo l’evoluzione dello scacchiere siriano e la necessità di contrastare efficacemente il terrorismo fondamentalista islamico, sono mutati rispetto a quando a fine luglio 2014 furono elevate le sanzioni contro Mosca per il suo ruolo nel conflitto ucraino. L’ultima proroga per sei mesi decisa nel dicembre scorso oggi appare chiaramente inutile se non dannosa sia per l’economia europea sia le strategie di intelligence per contrastare l’Isis che va combattuta con una rete di cooperazione e sinergie. Il terrorismo si fa forte delle nostre divisioni e contraddizioni” . “Con il crollo di oltre un terzo dell’export italiano verso la Russia noi, come sistema Italia ma soprattutto come Veneto, stiamo sacrificando fin troppo – ha concluso Ciambetti – per sostenere una strategia che non ha dato alcun frutto, se non una mela avvelenata per la nostra economia, le nostre imprese, la nostra occupazione e che può aprire pericolose falle nella lotta al fondamentalismo del califfato e dei suoi epigoni”