Con il bel tempo e gli eventi di settembre le località balneari del Veneto orientale (Bibione, Caorle, Eraclea e Jesolo) hanno registrato una notevole presenza di turisti, di conseguenza anche le strutture e personale dell’azienda Ulss10 sono stati particolarmente impegnati nel salvare la vita a una serie di turisti colti da arresto cardiaco in spiaggia.
Nei primi 8 giorni di settembre sono stati infatti tre i casi di turisti salvati da infarto: si tratta di un tedesco di 52 anni e di un polacco sessantenne, entrambi a Jesolo, e di un italiano ultrasessantenne in vacanza a Bibione, i quali, grazie a una catena della sopravvivenza iniziata con i bagnini del servizio di salvataggio, e continuata col personale dei pronto soccorso e della terapia intensiva dell’Ulss10, possono ora rientrare a casa in vita e senza aver riportato conseguenze fisiche perenni.
“L’esito positivo per queste tre persone sopravissute a un evento mortale – spiega il direttore del dipartimento Emergenza-Urgenza dell’Ulss10, Fabio Toffoletto - è un segno tangibile dell’ottima integrazione tra ospedale e territorio, o meglio instaurata tra l’assistenza in spiaggia e le più moderne tecniche di rianimazione presenti in questa Azienda, le quali hanno evitato la morte e nel caso migliore che queste persone riportassero disabilità e fossero condannati a una vita da vegetali”.
La terapia intensiva dell’Ulss10 è fornita di un’apparecchiatura che permette di praticare l’ipotermia terapeutica ossia, mediante il processo di ipotermia, permette di inibire il processo degenerativo celebrale e di alcuni organi vitali in presenza di arresto cardiaco. Ai tra turisti sono state applicate placche refrigeranti che hanno abbassato la temperatura corporea a 32 gradi centigradi per circa 24 ore. Successivamente sono stati “riscaldati” a 37 gradi con la medesima apparecchiatura e mantenuti tali nelle successive 48 ore.
“Dopo questo trattamento – conclude il dottor Toffoletto – i tre turisti hanno completato l’iter diagnostico terapeutico nell’unità coronarica della nostra Azienda, per qualche giorno, con esiti estremamente positivi. Se lo stesso problema fosse accaduto in paesi in cui non vi è un efficiente servizio sanitario probabilmente non sarebbero più rientrati”.