I primi due casi non sono gravi, una terza persona è attualmente ricoverata nel reparto malattie infettive del Ca’ Foncello per una grave forma di encefalite.
Il dipartimento di prevenzione dell’Ulss10, che da sempre monitorizza la questione, invita chi intende recarsi nelle zone montane, pedemontane e collinari, in particolare in questo periodo di vacanze, a vaccinarsi nelle sedi ambulatoriali di via Trento a San Donà di Piave, in via Zappetti a Portogruaro e in via Levantina a Jesolo, oltre ovviamente ad adottare tutte le precauzioni possibili per evitare punture di zecca nelle zone a rischio, come l’utilizzo di apposite calzature, coprendo gambe e braccia con indumenti adeguati.
Dai monitoraggi più recenti emerge infatti che nelle zone collinari e montane trevigiane, e nel bellunese, è in atto una proliferazione di zecche, a tali ambiti si aggiunge l’asta del Piave in particolare dove (nel periodo primaverile) transitano greggi di pecore.
Le zecche possono mordere qualsiasi parte del corpo provocando, se infette, il morbo di Lyme (infezione batterica che si manifesta entro 30 giorni dal morso con eruzioni cutanee, febbre e stanchezza) oppure l’Encefalite da zecca, come riscontrato nei tre casi curati all’ospedale della Marca.
L’encefalite da Zecca, in particolare, colpisce il sistema nervoso, palesandosi dai tre ai venti giorni dal morso con febbre molto alta e un fortissimo mal di testa.
Tutto questo è prevenibile con un vaccino, somministrato dal personale del dipartimento di prevenzione mediante tre iniezioni, le prime due alla distanza di un mese e la terza a distanza di otto mesi per una copertura vaccinale di tre anni.