L'ente veneziano, nell'ultima ricerca territoriale, ha analizzato l'andamento economico relativo al secondo quadrimestre del 2016 raffrontandolo con il precedente. Prendendo in considerazione gli undici comuni del mandamento (Portogruaro, Gruaro, Fossalta di Portogruaro, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, San Stino di Livenza, Caorle, Annone Veneto, Pramaggiore, San Michele al Tagliamento e Teglio) l'analisi delinea una contrazione degli ordini nel manifatturiero del 4,7%, un aumento di licenziamenti e richiesta Cig del 2% a causa della mancanza portafoglio ordini e una difficoltà che ancora persiste nel settore dell'edilizia, nonostante vi fosse qualche segnale di speranza (+0,9% per cento) grazie a compravendite e accesso mutui.
Percentuale che secondo Apindustria potrebbe venir vanificata verso fine anno. Unico settore in controtendenza è quello che riguarda turismo e terziario, con un aumento del 3,5% grazie ad una stagione prolungata ed in parte anche per il timore legato al terrorismo, fenomeno che fortunatamente non ha interessato le località turistiche veneziane. «Sono dati che ben rispecchiano l’andamento regionale», spiega il direttore di Apindustria Venezia Pier Orlando Roccato, «dove dal 2007 ad oggi è andato perduto il 25% della produzione industriale e il 5% degli investimenti: le sofferenze finanziarie che hanno le banche per il 40% derivano invece dal mondo dell’edilizia». E su una eventuale ripresa della realtà del portogruarese Roccato è molto scettico: «La vedo molto lontana, Il Documento economico varato dal Governo è pieno di buoni propositi ma non trova riscontri nella nostra economia.
Servono il riavvio di grandi opere, il recupero di aree industriali e nell'edilizia nuove forme di recupero come è stato fatto in Francia puntando sull'esistente e sul risparmio energetico». Il presidente mandamentale di Apindustria Roberto Dal Cin, invece, tira in ballo anche il sistema bancario. «Purtroppo», dice l'ex presidente della commissione lavoro in Provincia, «molte Pmi ancora sane hanno dovuto chiudere i battenti perché le banche non hanno concesso credito.
Abbiamo seguito in Provincia solo nel sandonatese/portogruarese circa 800 vertenze relative ad aziende in crisi, molte della quali si erano rivolte agli istituti di credito. Proseguiremo il dialogo con il mondo bancario perché solo assieme possiamo davvero contribuire a rifavorire lo sviluppo».