E' accaduto a Verona, dove si è tolto la vita in cella un detenuto italiano. Questo, ricorda il sindacato, a meno di un mese dal suicidio di un altro detenuto nel carcere di Belluno. "Questo nuovo drammatico suicidio di un detenuto in un carcere del Nord Est - afferma il segretario Donato Capece - evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di polizia penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. L'uomo che si è impiccato è di nazionalità italiana, era definitivo, ed era addetto al canile". Capece ricorda che "il suicidio e` spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia, ma un suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente di stress per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l'organizzazione di un servizio d'intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l'intero istituto dove questi vengono implementati". (ANSA).
VERONA: SUICIDIO IN CARCERE
Ancora un suicidio in carcere: a renderlo noto è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.