SICUREZZA: UN'ESPULSIONE ORDINATA DAL PREFETTO DI TREVISO

Espulso dal territorio nazionale perchè ritenuto pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica. Per questo motivo il Prefetto di Treviso ha deciso di allontanate dall'Italia un cittadino albanese, partito ieri sera alle 22 con un volo verso Tirana, scortato dalla polizia. Il provvedimento è stato eseguito dalla Digos di Venezia in collaborazione con l'ufficio immigrazione della Questura di Treviso. Nel mese di febbraio di quest'anno il Tribunale del capoluogo della Marca aveva condannato l'uomo alla pena della reclusione di un anno per il reato di atti persecutori. La sentenza è stata confermata anche dalla Corte d’Appello di Venezia lo scorso novembre.

 

Lo straniero era stato “seguito” dalla Digos lagunare fin dal 2017 quando, nell’ambito della consueta attività di monitoraggio informativo svolta anche nei confronti delle associazioni di stranieri nella provincia di Venezia e in quelle limitrofe, era emerso il sospetto che il soggetto avesse posto in essere un processo di radicalizzazione. Ipotesi peraltro supportata da un’importante trasformazione fisica posta in essere rispetto al periodo nel quale era arrivato in Italia: l’uomo, infatti, aveva lasciato crescere una folta barba, tratto comune della religione salafita.

 

L’attività info-investigativa della DIGOS ha permesso di riscontrare che, parallelamente ad un cambiamento caratteriale, l'uomo aveva mostrato anche una progressiva regressione nei rapporti interpersonali di lavoro, evitando in particolare di relazionarsi con le colleghe se non obbligato, fino ad arrivare a rassegnare le dimissioni nel marzo 2018.

 

Anche sul piano familiare i rapporti si presentavano molto tesi, al punto che la moglie aveva denunciato l’uomo per il reato di atti persecutori. Il Gip del Tribunale di Treviso aveva in tale occasione disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il reato di atti persecutori, con un’ordinanza eseguita nell’agosto 2018 dal personale della Squadra Mobile trevigiana, cui ha fatto seguito la sentenza di condanna.

 

La ragione dei litigi, secondo gli investigatori, risultava essere proprio la fede religiosa dell’uomo, che costringeva la moglie a frequentare la moschea e ad indossare solo abiti da lui ritenuti adeguati alla religione islamica.

 

Considerato tutto ciò, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Treviso, all’esito di una complessa e articolata attività istruttoria, ha proposto al Prefetto di Treviso l’adozione nei confronti del cittadino albanese del provvedimento di espulsione.

Per le stesse ragioni il Questore di Treviso ha contestualmente adottato il provvedimento di revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo di cui il cittadino albanese era titolare.