Vani tutti i tentativi di soccorrerlo effettuati dagli agenti della polizia penitenziaria, in attesa che sul posto giungesse il personale del 118.
Un gesto estremo inatteso, come ha riferito Alberto Quagliotto, direttore del penitenziario pordenonese, dal momento che il 42enne, in cella dallo scorso ottobre, non solo seguiva all’interno i corsi ma era ritenuto una persona tranquilla.
L’uomo avrebbe utilizzato i lacci delle scarpe per togliersi la vita. Li avrebbe legati alle sbarre e in un secondo momento all’estremità della gola. La morte, a quel punto, sarebbe giunta per soffocamento.
A scoprire il decesso i compagni di cella.