Un uomo è stato fermato all'alba dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Marcella Boraso, 59 anni, avvenuto ieri in un appartamento Ater al secondo piano di via Croce Rossa 96, a Portogruaro.
Si tratta di un cittadino marocchino di 23 anni, persona raggiunta da diverse denunce negli ultimi mesi per furti e ricettazione. Il ragazzo è stato sentito ieri per ore dagli inquirenti in caserma a Portogruaro fino all'arresto disposto dal pubblico ministero Carmelo Barbaro. Una vicenda risolta nel giro di 24 ore, grazie all'acume investigativo dei carabinieri, in sinergia con la Procura di Pordenone. A tradire il 23enne, dopo il lungo interrogatorio, una versione dei fatti discordante. In aggiunta agli elementi, numerosi, trovati dai militari.
Il movente sarebbe la negazione all'ennesima richiesta di denaro, utile all'acquisto di sostanze stupefacenti.
Ieri, attorno alle 12.30, i vigili del fuoco erano intervenuti all'interno dell'immobile a seguito della segnalazione, arrivata dai residenti, di un possibile incendio all'interno dell'appartamento. In cucina vi era un fornello lasciato acceso, da dove fuoriusciva del fumo, sentito poi dai vicini che avevano lanciato l'allarme. Secondo i militari, era stato il 23enne a provocarlo, con degli acceleranti.
Il corpo era in bagno, riverso su un fianco. Aveva gravi lesioni al capo e il bidet in ceramica era rotto. Oltre a questo, i carabinieri hanno trovato anche un cono di bottiglia a terra, vicino alla testa della vittima. A indurre i militari a ragionare su una responsabilità di terzi, le tracce ematiche sulla parte sovrastante la stanza, sul soffitto, non compatibile con una caduta dall'alto verso il basso.
Da lì il via alle indagini fino al fermo emesso dall'autorità giudiziaria.