Il pm Federico Facchin ha disposto nei suoi confronti il decreto di fermo per gravi indizi di colpevolezza. L’ipotesi di reato è omicidio volontario con l’aggravante di averlo commesso nei confronti di un prossimo congiunto.
L’anziano, assistito d’ufficio dall’avvocato Antonio Pedicini, è stato accompagnato e ricoverato al reparto di psichiatria dell’ospedale di Pordenone. Per la Procura sussiste il pericolo di fuga.
Al lavoro, per completare il quadro indiziario, il Nucleo investigativo provinciale di Pordenone, guidato dal maggiore Pierluigi Grosseto, gli uomini della Compagnia di Pordenone, ai comandi del maggiore Marco Campaldini, i militari dell’Arma di Azzano Decimo, coordinati dal maresciallo Luigi Bartocci.
La britola, l’arma da taglio con punta che si suppone sia stata utilizzata per colpire Calisto, non è stata ancora rintracciata.
Il raptus omicida, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è maturato in un contesto di screzi e dissapori pregressi, confermati da parenti e amici. Corrado era persuaso di poter avanzare pretese sulla proprietà della casa in via Fossadella.
Il fratello Calisto l’aveva acquistata invece con i suoi risparmi dopo lunghi anni di lavoro in Svizzera.
L’assassino, alias Corrado Rosset, avrebbe accecato con due colpi in sequenza sulle palpebre il fratello, poi avrebbe infierito con due fendenti profondi sul lato sinistro del collo, recidendo all’anziano la carotide.