Il rogo ha distrutto una ventina di bungalow (16 per la precisione) e numerose bombole di gpl, ma senza coinvolgere nessun occupante della struttura. Dopo Caorle si materializza di nuovo l'incubo incendio per le località della costa veneziana. I vigili del fuoco sono intervenuti da Jesolo, Mestre e San Dona con 30 operatori e 8 mezzi tra cui 4 autobotti, riuscendo a circoscrivere le fiamme ed evitando l’estensione al resto delle strutture del campeggio.
Allo stato attuale l'ipotesi più accreditata è che il tutto possa essere imputabile ad una presa elettrica che sarebbe rimasta "sotto pressione" per ore, causando il cortocircuito fatale. Con ogni probabilità si sarebbe trattato di un fornelletto. La casetta da cui è divampato il rogo, infatti, al momento del disastro era disabitata, occupata fino a poche ore prima da una donna della provincia di Venezia poi tornata a casa.
Tanti i residenti jesolani che intorno alle 3 del mattino hanno sentito le sirene spiegate dei pompieri aggirarsi intorno alla Pineta: i vigili del fuoco, al lavoro fino al mattino, sono riusciti a spegnere il rogo cominciando poi le opere di smassamento, con tutti gli accertamenti da parte dei Nuclei investigativi antincendi territoriali. Sul posto anche il comandante dei pompieri veneziani Loris Munaro che ha coordinato le operazioni di soccorso. Duecento e cinquanta le persone evacuate. Questa mattina rilievi anche per la polizia di stato e i tecnici dell'Arpav.
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