COLDIRETTI VENEZIA: SICCITA’ DRAMMATICA. NEL MIRANESE MANCA L’ACQUA PER IRRIGARE

Presidente giovani agricoltori veneziani: "Si rischia di perdere il raccolto"

COLDIRETTI VENEZIA: SICCITA’ DRAMMATICA. NEL MIRANESE MANCA L’ACQUA PER IRRIGARE

C’è poco da sorridere per gli agricoltori che necessitano di irrigare i loro campi nel miranese prendendo acqua dal fiume Muson. Da oggi infatti è completamente a secco; poca più acqua è presente nel vicino fiume Lusore anche se questa presenta una quantità di alghe che ne impediscono di fatto l’utilizzo. Situazione altrettanto drammatica si manifesta nella località di Sant’Anna a Chioggia dove il cuneo salino è così alto che non consente di utilizzare l’acqua per l’irrigazione impedendo le operazioni di trapianto del radicchio e non va meglio nelle isole della laguna nord Sant’Erasmo, Vignole, Torcello ma anche a Lio Piccolo dove le carciofaie e le colture orticole sono a rischio . “Il timore terribile di non poter disporre di acqua per irrigare i campi purtroppo è ora una realtà - afferma Davide Montino presidente dei giovani agricoltori veneziani - C’è assoluta necessità di pioggia per abbassare le temperature del terreno, ma le previsioni meteo sono tutt’altro che incoraggianti, i prossimi sette giorni sfioreranno i 40 gradi. Il rischio di perdere il raccolto, non solo di mais, barbabietole e soia ma anche ortaggi autunno vernini, si sta preannunciando come una concreta, triste realtà”.

In questa situazione drammatica – sottolinea la Coldiretti – più di 1 impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea. Sui campi – continua la Coldiretti – pesano anche rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, a cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica.