VI COMMISSIONE ACCOGLIE RICHIESTA DI AIUTO DEL COMUNE DI GRADISCA

Una richiesta di aiuto dal Comune di Gradisca, sul cui territorio sorgono Cie e Cara, da tutto l'Isontino, e da tutta la provincia di Gorizia, è stata raccolta oggi dalla VI Commissione consiliare. La ristrutturazione del Cie - è stato riferito dal presidente Franco Codega (Pd) - è quasi conclusa e sebbene sia stato affermato dalle autorità che il Centro non sarà riaperto, i lavori eseguiti fanno intendere che la struttura sarà la medesima, o almeno di medesimo tipo. Il ministro Alfano si è detto favorevole ad applicare lo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), ma le sue rassicurazioni non bastano. Il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, ha ribadito che l'edificio non è fatto per essere una struttura di accoglienza e non ha i requisiti minimi per esserlo. Inoltre, affiancare Cie e Cara significa rischiare attriti tra gli ospiti. Il Comune a fine luglio ha accolto un ordine del giorno per adoperarsi in particolare presso la Prefettura affinché la chiusura del Cie sia definitiva e al contempo il Cara non sia ampliato. Tomasinsig ha riferito anche della baraccopoli lungo il greto del fiume Isonzo, "persone che vivono da noi, che vanno tutelate", e ha ricordato che lunedì ci sarà un tavolo in Prefettura a Gorizia.