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SCIENZE, IMPORTANTE SCOPERTA DI UN ISTITUTO DI SAN VITO
SCIENZE, IMPORTANTE SCOPERTA DI UN ISTITUTO DI SAN VITO
11/09/2014
Una parte della corteccia cerebrale superiore è stata individuata da un'equipe di ricercatori friulani come quella che governa il bilinguismo, una sorta di "interruttore" che permette di "passare" da una lingua all'altra. Lo studio è stato condotto dall'Istituto di ricerca "Medea" di San Vito al Tagliamento (Pordenone) in collaborazione con l'ospedale S. Maria della Misericordia di Udine, ed è stato pubblicato sulla rivista "Neuropsychologia". Il fenomeno si chiama "involuntary language switching" (passaggio involontario da una lingua all'altra). Durante un intervento presso la Neurochirurgia dell'ospedale di Udine, una paziente bilingue serbo-italiana ha eseguito esercizi linguistici mentre il neurochirurgo eseguiva la mappatura cerebrale attraverso la stimolazione diretta della corteccia. Durante la stimolazione di una porzione della corteccia temporale superiore la donna, mentre contava in italiano, ha cambiato involontariamente lingua proseguendo in serbo, sua lingua madre. Le stimolazioni di altre porzioni della corteccia cerebrale non hanno causato questo fenomeno, se non l'arresto del linguaggio per alcuni secondi (speech arrest). L'area, chiamata Stp (Sylvian parietal temporal) ha un ruolo nell'elaborazione fonologica, è implicata nel meccanismo che controlla la produzione del linguaggio. Il fenomeno del "language switching" osservato si può spiegare come una sorta di "interferenza" sul meccanismo che controlla la produzione dei suoni del linguaggio, facendo "saltare" il controllo sulla seconda lingua e lasciandolo intatto per la lingua nativa. I movimenti necessari alla produzione dei suoni nel linguaggio nativo sono automatici, mentre quelli coinvolti nella produzione della lingua acquisita non lo sono, e necessitano di un maggiore controllo e di maggiore attività cerebrale nelle aree uditive e fonologiche.